Il portale Google Code dedicato agli sviluppatori ha vita breve: il motore di ricerca ne ha annunciato la definitiva chiusura per il 25 gennaio 2016, mentre già a partire da oggi non è più possibile creare nuovi progetti. Dal 24 agosto, invece, il sito entrerà in “modalità di sola lettura”, consentendo comunque l’accesso per i mesi successivi ai documenti pubblicati. Per il resto del 2016, in seguito allo stop dell’attività, bigG permetterà esclusivamente il download degli archivi.
La ragione che ha spinto il gruppo di Mountain View a prendere la decisione è una soltanto e l’azienda non ne fa mistero: quasi nessuno utilizza più il servizio. La piattaforma, lanciata dieci anni fa (per l’esattezza il 17 marzo 2005), raccoglie tool, API e risorse tecniche dedicate a chi sviluppa. Per chi ancora la usa, l’invito è quello di spostare i propri progetti verso repository come GitHub, Bitbucket e SourceForge.
Con sempre più sviluppatori che abbandonano Google Code, abbiamo notato comparire un numero crescente di progetti relativi a spam o altri tipi di abusi. Di recente le attività di amministrazione sono state rappresentate quasi esclusivamente dalla gestione di queste pratiche. Dopo aver individuato qual è l’attività legittima su Google Code, è stato chiaro per noi come il servizio non sia più necessario.
L’abbandono di Google Code non dev’essere interpretato come una sconfitta per il motore di ricerca, ma coma la presa di coscienza che oggigiorno (rispetto ad un decennio fa) i servizi dedicati ad ospitare progetti di sviluppo non mancano. La piattaforma ha giocato un ruolo importante in passato, ma la migrazione verso altri lidi è un processo già avviato da tempo e ormai irreversibile. BigG non ha fatto altro che riconoscere la realtà dei fatti e scegliere di ottimizzare la gestione delle proprie risorse, destinandole altrove.