Nel mese di settembre si è parlato delle accuse rivolte in Russia da Yandex nei confronti di Google, in particolare per via delle applicazioni preinstallate su smartphone e tablet con sistema operativo Android. Una pratica definita anticoncorrenziale dal Federal Antimonopoly Service. Il gruppo di Mountain View è ricorso in appello contro la sentenza, ma la richiesta è stata respinta.
La Corte Arbitrale di Mosca, nella giornata di lunedì, ha respinto l’appello di Google e confermato la sentenza secondo la quale l’azienda statunitense ha infranto le leggi anti-monopolio abusando della propria posizione dominante con la piattaforma mobile Android.
Ora a bigG non resta che rivedere i contratti siglati con i produttori dei dispositivi (come Samsung, ASUS, Sony, Lenovo, HTC ecc.), così da poter continuare ad operare nel paese senza infrangere alcuna normativa. Il report pubblicato sulle pagine di Reuters cita anche una sanzione economica, dall’ammontare però non specificato.
Nel corso del 2015, Google ha incrementato il proprio market share nel paese, tanto da passare dal 34% al 42% in un anno circa, mentre nello stesso periodo Yandex ha ridotto la propria quota dal 54% al 50%. Anche il motore di ricerca russo ha lanciato una propria piattaforma per la distribuzione delle applicazioni Android, dunque non risulta difficile capire il perché di una causa intentata nei confronti di bigG, che da sempre gestisce Play Store (ex Android Market).
Quello russo ha rappresentato nel secondo trimestre dello scorso anno il quarto mercato più importante al mondo per quanto riguarda il download delle app (fonte App Annie) su smartphone e tablet Android. Di seguito si riporta un estratto della sentenza pubblicata nell’ottobre scorso dal Federal Antimonopoly Service e nuovamente confermata ieri. Dal gruppo di Mountain View, per il momento, non sono invece giunti commenti in merito.
Per ristabilire la concorrenza sul mercato, Google deve modificare gli accordi con i produttori di dispositivi mobile entro un mese ed escludere le clausole anticoncorrenziali.