Un progetto finalizzato a rimuovere le inserzioni pubblicitarie dai siti Web, messo in campo da bigG. Può sembrare paradossale, se si considera che il gruppo di Mountain View ha letteralmente fondato un impero sui proventi dell’advertising, ma è la realtà: si chiama Google Contributor ed è una piattaforma di cui si è parlato in anteprima nel novembre scorso, con la comparsa in Rete dei primi rumor. Si torna a farlo ora, perché il lancio è sempre più vicino.
Dal motore di ricerca stanno arrivando i primi inviti a provare il servizio, a coloro che ne hanno fatto richiesta. Il funzionamento è presto spiegato: versando un contributo mensile tra 1 e 15 dollari è possibile rimuovere parte dei banner del circuito AdWords. Il denaro viene poi redistribuito sui siti che aderiscono all’iniziativa, con la possibilità di scegliere se devolverlo a tutti in maniera indistinta oppure ad alcuni in particolare. Una dinamica inedita per il mondo online, conveniente ad entrambe le parti in gioco: i proprietari dei siti Web continuano a guadagnare dalla visualizzazione delle pagine e i navigatori non sono costretti a sopportare inserzioni talvolta fastidiose.
Va precisato che Contributor non è pensato per un’esperienza ad-free, ovvero per rimuovere al 100% i banner: anche scegliendo di versare 10 dollari, si arriverà ad oscurarne al massimo la metà (dal 25% al 50%), con 5 dollari tra il 15% e il 25% e con 2 dollari dal 5% al 15%.
Gli utenti che effettuano l’accesso alla piattaforma si trovano di fronte ad una dashboard di controllo, attraverso la quale specificare ad esempio cosa visualizzare al posto dei banner, scegliendo tra un messaggio, forme geometriche o addirittura fotografie di gatti. In definitiva, Google Contributor rappresenta un’alternativa eticamente più corretta (nei confronti di chi gestisce i siti Web) a strumenti come Adblock: rimuove le inserzioni, ma senza creare un danno economico a chi produce i contenuti.