Google contro Forbes, atto terzo

Google punta nuovamente il dito contro il sito Forbes.com per la vendita di link finalizzata alla manipolazione del PageRank
Google contro Forbes, atto terzo
Google punta nuovamente il dito contro il sito Forbes.com per la vendita di link finalizzata alla manipolazione del PageRank

Il lupo perde il PageRank ma non il vizio. Per la terza volta in quattro anni Google muove accuse contro i gestori del sito Forbes.com, citando la vendita di link all’interno delle pagine finalizzata ad alterare le dinamiche di indicizzazione. La pratica, non consentita dalle linee guida che il motore di ricerca mette a disposizione dei webmaster, già nel 2007 e nel 2009 aveva acceso una diatriba fra bigG e i vertici della rivista finanziaria statunitense.

In sintesi, chi gestisce l’advertising di Forbes.com ha deciso di continuare a mettere in vendita link verso siti esterni, accompagnati da keyword studiate nei minimi dettagli, per far sì che le pagine e i domini in questione possano beneficiare di un collegamento diretto con un sito di rilevanza internazionale come quello di Forbes. Si tratta però di un comportamento che Google vieta espressamente per non falsare i criteri di indicizzazione stabiliti dal proprio algoritmo.

All’email ricevuta, il Digital Marketing Manager Denis Pinsky ha replicato con una discussione aperta sul forum del motore di ricerca, chiedendo in modo piuttosto sospetto: “Qualcuno mi sa indicare i link incriminati?”. Pronta la replica di TechCrunch, che in breve tempo ha individuato una pagina (ora rimossa) contenente una serie di collegamenti all’interno del riquadro Resources, come ben visibile nell’immagine seguente.

I link incriminati su Forbes.com

La palla passa ora nuovamente a Google, che dovrà decidere se penalizzare ancora una volta l’indicizzazione di Forbes.com per punirne la recidiva.

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