C’era una piccola azienda, la SocialVision, che ha avuto un’idea: rendere più sociale i contenuti video in rete. La realtà si chiama YouTubeSocial, un sito a metà fra un social network e una chat. Ora però il successo di questo sito è diventato un boomerang, perché Google l’ha detto chiaramente: così non si fa.
È la notizia data da TechCrunch, che conosce bene i problemi delle start up rispetto ai colossi dell’informatica, i quali tendono a inglobare le buone idee oppure a schiacciare quelle che sfruttano le loro.
Nel caso di Youtubesocial siamo nella seconda categoria, perché il sito ha clamorosamente utilizzato lo stesso marchio di YouTube e un indirizzo che sfrutta l’URL più noto per facilitare gli utenti. Basta aggiungere il termine “social” prima “.com” e il sito compone una nuova interfaccia con tutte le utilità.
YouTubeSocial è indubbiamente interessante, provatelo: permette di vedere un video simultaneamente con gli amici, e non solo. Il sito lavora più globalmente sulla condivisione dei video di YouTube, permettendo di utilizzare uno short link come invito, oppure di connettersi con Facebook e trascinare alcuni amici (potendo sceglierli) nella condivisione istantanea di quel video.
I 50.000 visitatori unici in 30 giorni devono aver allarmato Mountain View, che ha deciso di non fare più finta di nulla e ha spedito una lettera dal proprio studio legale con quattro richieste inappellabili:
- Il sito non può usare l’indirizzo Youtubesocial.com. Deve cambiarlo;
- Marchi e loghi devono assolutamente essere cambiati;
- Niente monetizzazione sfruttando quella di YouTube;
- YouTubeSocial deve trasferire il proprio dominio.
È chiaro che in caso non venissero soddisfatte queste richieste, Google passerebbe da una lettera di semplici minacce a desistere, a una in cui si prospetterebbe per youtubesocial il cessare di esistere.
Il fondatore del sito, David Sanghera, ha già dichiarato che ha intenzione di soddisfare queste richieste, ma non prima di fare appello ai propri utenti affinché sfruttino le nuove funzioni, tra le quali una in collaborazione con Flingo per vedere i video dal Web alla propria televisione, mostrando così l’interesse verso questo sito.
Facciamo questo per gli utenti, come potranno condividere i video se Google glieli porta via? L’utente medio spende 12 minuti su YouTubeSocial e quello che si ripresenta 35 minuti. Molta gente sta scoprendo tanti contenuti.
Se questa vecchia storia di Davide e Golia dovesse finire (com’è probabile) molto diversamente dall’episodio biblico, il sito cambierà il proprio indirizzo, il brand e guarderà ad altri servizi come Vimeo.
I commenti sull’episodio sono diversi: c’è chi accusa Google di aver avuto un atteggiamento contrario al suo stile, c’è invece chi sostiene sia inaccettabile prendere un logo e un URL così come sono e farci un business senza chiedere il permesso. Questo anche quando l’idea si rivela buona e capace di valorizzare i video di chi hai “sfruttato”.