Hotfile fa parte di quella folta schiera di servizi che potrebbero avere i giorni contati. In seguito alla chiusura di Megaupload, avvenuta nel mese di gennaio con l’arresto del fondatore Kim Dotcom, le piattaforme che permettono il caricamento e la condivisione dei file sono state letteralmente prese di mira dalla MPAA (Motion Picture Association of America), con l’obiettivo di stroncare la diffusione non autorizzata di materiale protetto da diritto d’autore. A differenza dei concorrenti, però, Hotfile sembra poter contare su un partner d’eccezione per la sua battaglia: Google.
Il colosso di Mountain View si è infatti pronunciato apertamente sulla vicenda, con un invito rivolto ai giudici che si riuniranno per decidere il futuro del servizio. In sintesi, una condanna nei confronti di Hotfile rappresenterebbe un precedente tutt’altro che rassicurante per altre realtà operanti online, come YouTube, Wikipedia o addirittura il social network Facebook. Anche questi siti, così come tutti quelli presenti sul Web, sono soggetti al rispetto della normativa DMCA (Digital Millennium Copyright Act) per la tutela del copyright.
Google chiede in particolare di focalizzare l’attenzione su una questione di principio, che va al di là del numero di violazioni protratte mediante i server di Hotfile. L’aspetto più importante, secondo bigG, è rappresentato dalla natura della piattaforma, lanciata come strumento del tutto legale per l’upload e la condivisione dei file, poi utilizzato in maniera differente dai suoi utenti. Una questione già affrontata più volte in passato, anche per l’origine dei filmati caricati su YouTube.
Insomma, l’aver assunto una posizione ben precisa mostra quanto Google sia interessata all’evolversi della situazione. Il tentativo di smantellare l’impianto accusatorio montato dalle major potrebbe avere come fine ultimo il difendere l’attività di un servizio come Hotfile, per poi giungere sul mercato con un’alternativa propria. Dopotutto, si è parlato più volte della possibilità di assistere a breve al lancio di Google Drive, servizio di cloud storage in preparazione presso i laboratori di Mountain View, la cui efficacia potrebbe risentire delle limitazioni imposte da MPAA e dagli altri organi impegnati nella incessante difesa del diritto d’autore.