Oltre a fornire centinaia di migliaia di ricerche ogni giorno agli utenti della Rete, Google potrebbe presto contribuire alle operazioni per salvare l’Amazzonia dal disboscamento. L’ormai minuscola comunità dei Surui, un antico gruppo etnico stanziatosi in una decina di villaggi nei pressi del Mato Grosso, fa infatti affidamento sulle grandi potenzialità del motore di ricerca californiano per salvare la propria popolazione e le terre in cui vive da tempi immemori. I Surui sono entrati in contatto con il mondo contemporaneo solamente quaranta anni fa in seguito all’intensiva deforestazione della loro regione e, da allora, si battono con tutti i mezzi per preservare uno dei pochi ecosistemi ancora intatti del nostro Pianeta.
Dopo aver adottato strumentazioni GPS per il tracciamento della loro posizione negli impervi e selvaggi sentieri della Foresta Amazzonica, i Surui hanno da poco stretto un accordo con Google, che provvederà a fornire le immagini satellitari ad alta definizione dell’area in cui vivono le loro tribù. Ormai da anni, gli abitanti della zona, una riserva di circa 2.500 chilometri quadrati, si battono per disincentivare e arrestare l’alacre – e spesso illegale – opera di disboscamento nella regione.
Attraverso il suo applicativo Earth, Google si è impegnato a monitorare attentamente la deforestazione tramite confronti scadenzati tra le immagini ad alta definizione fornite dai satelliti. Ciò dovrebbe aiutare i Surui a far valere i propri diritti limitando le prevaricazioni e rendendo di dominio pubblico le difficili condizioni in cui sono costretti a consumare le loro esistenze. La lotta è spesso impari: intorno alla riserva si ammassano circa 300 segherie, che forniscono il lavoro a più di 4.000 persone che temono di perdere il loro impiego a causa delle restrizioni imposte per preservare l’area.
Stando alle informazioni fornite dal giornale britannico The Indipendent, nel corso degli ultimi anni sarebbero stati uccisi undici capi tribù dei Surui, colpevoli di aver provato a difendere con caparbietà e determinazione le loro terre millenarie. Sulla testa di Almir Narayamoga, il giovane capo tribù entrato in contatto con Google, pende una taglia di circa 60.000 Euro. Per sfuggire a chi lo vuole morto insieme alla scomparsa del suo popolo, Almir ha avviato una vera e propria alfabetizzazione informatica presso la sua tribù. Grazie all’aiuto dell’Amazon Conservation Team, il giovane capo ha approntato un sistema di rilevazione satellitare per monitorare costantemente le fasi del diboscamento, così da poter aggiornare con continuità le mappe del suo territorio e denunciare i soprusi perpetrati al suo popolo e, naturalmente, all’ambiente.