Arrivato ieri, come già anticipato, il tanto atteso annuncio, tradotto quasi integralmente su Webnews: Google, dal suo blog ufficiale, ha comunicato che gli utenti che raggiungono Google.cn vengono ora indirizzati su alcuni server di Hong Kong, quindi su Google.com.hk, dove si possono trovare risultati non censurati.
Ora la palla torna al governo cinese, che può comunque decidere di bloccare questo o quel servizio di Google ma, sicuramente, le eventuali azioni governative saranno sotto l’attenzione della comunità internazionale.
A tal proposito, Google ha predisposto una pagina dove si può monitorare, giorno per giorno, lo stato dei vari servizi offerti, a seconda che siano attivi, parzialmente inaccessibili o bloccati.
La querelle tra Google e il governo cinese era iniziata poco più di due mesi fa, quando il motore di ricerca ha denunciato pubblicamente di aver subito una serie di attacchi informatici provenienti dalla Cina e, inoltre, la violazione di numerose caselle GMail di attivisti cinesi per i diritti umani.
Questo evento ha determinato la prima minaccia di lasciare il paese e l’inizio di una trattativa. Punto di rottura l’aspetto dell’auto-censura dei risultati sul motore, elemento ritenuto non-negoziabile dal governo cinese. Nella contesa sono intervenute anche le diplomazie dei rispettivi paesi, e non sono mancate tensioni e accuse reciproche.
Da sottolineare, e questo è il dato probabilmente più indicativo, l’ultima inquietante parte del comunicato, dove si specifica a chiare lettere che nessun dipendente di Google China è coinvolto in questa decisione, proveniente invece in toto dagli uffici statunitensi.