Per la prima volta, i dipendenti di Google si sono coordinati con alcuni attivisti al fine di creare diverse proposte per affrontare le molestie sessuali, questioni antitrust e politiche sulla diversità, le quali sono state presentate durante una riunione degli azionisti della società, nella giornata di ieri. Circa cento dipendenti di BigG, poi, hanno protestato in gruppo al di fuori della sede di Alphabet durante l’incontro.
È stata un’escalation di un movimento messo in atto dai dipendenti all’interno di Google per richiedere maggiore trasparenza dalla leadership aziendale e attirare l’attenzione su questioni come la politica nei confronti delle molestie sessuali e l’intenzione (non approvata da molti) di sviluppare un motore di ricerca censurato in Cina, il chiacchierato Dragonfly.
In passato, era già capitato che venissero presentate proposte indipendenti e i lavoratori hanno sempre cercato di fermare le politiche aziendali controversi. Ma ieri è stata la prima volta che i dipendenti della compagnia hanno formato una vasta coalizione con diversi gruppi di attivisti per fare pressione su Google. Una delle numerose proposte presentate chiedeva al management di verificare se l’azienda dovesse adottare e attuare politiche aggiuntive in materia di molestie sessuali, e di riferire cosa ne sarebbe risultato. Come le altre 12 proposte sottoposte nella giornata, non è passata.
Non è del tutto una sorpresa che nessuna delle proposte sia stata approvata, visto che i co-fondatori di Google, Larry Page e Sergey Brin, detengono il 51% del potere di voto di Alphabet. Tuttavia gli organizzatori hanno detto che, nonostante il potere aziendale sia concentrato nelle mani di pochi in Alphabet, azioni come questa aiutano a fare pressione sulla società per agire su questioni sociali.