Dal Linux World, la conferenza che riunisce tutto il mondo Linux a San Francisco per una settimana, arriva notizia che Google ha annunciato che sarà il primo licenziatario dell’Open Invention Network, un compagnia che riunisce brevetti open source di tutti i tipi in modo da costituire una protezione per i piccoli sviluppatori e un deterrente contro le grosse compagnie fautrici del software proprietario. Aderendo all’Open Invention Network si può usufruire di un gran numero di brevetti ad esso appartenenti in modo da essere al sicuro da possibili cause intentate dagli altri colossi del software, a patto di non intentare cause per violazione di brevetti contro la comunità Linux.
Da sempre Google guarda con amicizia al mondo open source e in particolare a Linux, ma ora diventando il primo licenziatario dell’Open Invention Network compie una mossa efficace per se stesso e per la comunità. Infatti la notizia che un grossa compagnia del calibro di Google aderisce al progetto è in grado di attirare altre aziende più piccole ad aderire al network. Ad ogni modo sono membri (non licenziatari) dell’OIN già grossi nomi come IBM, NEC, Novell, Red Hat, Phillips e Sony.
Nonostante questo consorzio non sono comunque mancate in tempi recenti dibattiti legali intorno alla legittimità di tecnologie e codice che fanno capo a Linux, il più noto dei quali ha visto Microsoft rivendicare come propri almeno 230 brevetti utilizzati dalla comunità open source. «Linux gioca un ruolo vitale per Google e ci sentiamo molto obbligati a dare supporto alla comunità di sviluppatori» ha dichiarato ufficialmente Chris DiBona, open source program manager di Google: «diventando licenziatari dell’OIN speriamo di incoraggiare lo sviluppo della comunità Linux, promuovendo l’innovazione in un modo che porti beneficio a tutti».
Parallelamente Jerry Rosenthal, CEO di OIN, ha dichiarato alla stampa: «nel cercare di far crescere l’ecosistema di Linux, siamo lieti che Google sia diventato il nostro primo utente licenziatario. Google è una delle numerose compagnie, di tutte le dimensioni, che dà valore al codice aperto e alla cultura collaborativa».