Con il lancio di Google Drive (avvenuto nelle ultime ore ed ufficialmente a disposizione di tutti gli utenti entro le prossime settimane) ed a poche ore dal completamento dell’offerta Microsoft SkyDrive si completa il quadro del cloud storage delle grandi firme: Google, Microsoft ed Apple sono oggi nel campo che fu di Dropbox, con proposte oggi paragonabili per fotografare quale di questi gruppi abbia sospinto con maggior coraggio ed intraprendenza un passo atteso e preannunciato ormai da tempo.
Ed è questo un momento strategicamente molto importante: la dimensione cloud sarà in prospettiva un fondamentale valore aggiunto in grado di spostare il gradimento tra le varie piattaforme di offerta, determinerà l’equilibrio tra i vari formati e determinerà i percorsi attraverso cui l’utenza fa viaggiare i propri dati per poterli utilizzare ovunque e su qualsiasi device. Il cloud non è insomma soltanto un tassello aggiuntivo, ma si preannuncia come una leva concorrenziale determinante ed un campo di battaglia estremamente caldo. Prezzi, capacità e caratteristiche vanno pertanto confrontate fin da subito per capire quale sia oggi lo stato dei fatti, dopodiché saranno i termini del servizio a meritare un necessario approfondimento poiché in grado di spiegare meglio la natura delle varie offerte:
Google Drive | Microsoft SkyDrive | Apple iCloud | |
---|---|---|---|
Spazio gratuito | 5 GB | 7 GB 25 GB per i primi utenti |
5 GB |
Tagli | 25 GB: 2.49 dollari/mese 100 GB: 4.99 dollari/mese 1 TB: 49.99 dollari/mese 16 TB 799.99 dollari/mese |
20 GB: 10 dollari/anno 50 GB: 25 dollari/anno 100 GB: 50 dollari/anno |
10 GB: 20 dollari/anno 20 GB: 40 dollari/anno 50 GB: 100 dollari/anno |
Prezzo 20GB | 29.88 dollari | 10 dollari | 40 dollari |
Prezzo 100GB | 59.88 dollari | 50 dollari | 100 dollari (n.d.) |
Dimensione max | 10 GB | 2 GB | 25 MB (gratis) 250 MB (a pagamento) |
Desktop app | Win + Mac | Win + Mac | Win + Mac |
Mobile app | Android | WP + iOS | iOS |
Una analisi sommaria sembra insomma dare per il momento ragione a Microsoft, la cui offerta appare più completa e con un costo per unità di memoria più basso rispetto alle offerte concorrenti. Nei termini del servizio ognuno dei gruppi prende le distanze da qualsivoglia violazione del copyright perpetrata tramite le rispettive piattaforme, ma le varie documentazioni esplicitano anche qualcosa di ulteriore in termini di possibilità di utilizzo dei file da parte del fornitore del servizio:
- Google Drive
«Quando carica o invia in altro modo dei contenuti ai nostri Servizi, l’utente concede a Google (e a coloro che lavorano con Google) una licenza mondiale per utilizzare, ospitare, memorizzare, riprodurre, modificare, creare opere derivate (come quelle derivanti da traduzioni, adattamenti o modifiche che apportiamo in modo che i contenuti dell’utente si adattino meglio ai nostri Servizi), comunicare, pubblicare, rappresentare pubblicamente, visualizzare pubblicamente e distribuire tali contenuti. I diritti che concede con questa licenza riguardano lo scopo limitato di utilizzare, promuovere e migliorare i nostri Servizi e di svilupparne di nuovi. Questa licenza permane anche qualora l’utente smettesse di utilizzare i nostri Servizi (ad esempio nel caso di una scheda di attività commerciale aggiunta a Google Maps)»; - Microsoft SkyDrive
«Ad eccezione del materiale che Microsoft concede in licenza all’utente, Microsoft non rivendica la titolarità del contenuto che l’utente fornisce al servizio. L’utente conserva la titolarità del proprio contenuto. Inoltre, Microsoft non controlla, non verifica e non fornisce approvazione per il contenuto che l’utente e gli altri rendono disponibile al servizio. L’utente è a conoscenza del fatto che Microsoft può avere la necessità di, e con il presente contratto l’utente autorizza Microsoft a, utilizzare, modificare, adattare, riprodurre, distribuire e visualizzare il contenuto pubblicato nel servizio nella misura necessaria per fornire il servizio»; - Apple iCloud
«Lei prende atto che Apple non è responsabile in alcun modo per Contenuti forniti da altri e non ha alcun dovere di controllare preventivamente tali Contenuti. Tuttavia, Apple si riserva il diritto in ogni momento di decidere se un Contenuto è opportuno e in conformità con il presente Contratto, e può controllare preventivamente, spostare, rifiutare, modificare e/o rimuovere i Contenuti in ogni momento, senza preavviso e a sua sola discrezione, nel caso in cui tali Contenuti siano ritenuti in violazione del presente Contratto o siano sgradevoli in altro modo».
Google sembra insomma riservarsi una maggior libertà d’azione e di utilizzo dei file archiviati, gestendo così tale aspetto in modo parzialmente differente rispetto alle controparti. Stando a quanto indicato, Google sembra riservarsi anzi piena libertà in tal senso, il che potrebbe divenire un possibile tallone d’Achille dell’offerta di Mountain View se il gruppo non saprà fornire alla propria community un motivo preciso e sufficiente per concedere all’azienda tali opportunità.
[nggallery id=441 template=inside]