Il numero degli editori che collaborano al servizio di book-search di Google è raddoppiato, salendo a 20mila, il doppio del 2007.
Nel 2004 gigante del Web provocò una sollevazione nel settore editoriale, tra editori e biblioteche, nel timore che Google intendesse distribuire gratuitamente tutti i libri pubblicati.
Dal allora però, 20mila editori, cioè il doppio rispetto allo scorso anno, hanno dato a Google il permesso di passare allo scanner i loro volumi per consentire ai potenziali acquirenti di leggerne qualche passaggio relativo alle loro ricerche Internet (books.google.it).
Google collabora anche con biblioteche universitarie e di riferimento per digitalizzare le opere che non sono protette dal diritto d’autore e, cosa che provoca qualche controversia, alcuni scritti ancora sotto copyright nelle biblioteche USA, ma sono solo due le nuove biblioteche che hanno aderito al progetto nell’ultimo anno, portando il numero totale a 29.
Tra gli editori che hanno deciso di collaborare con Google, c’è la Random House del gruppo Bertelsmann, il più grande editore di narrativa.
Dal 2005 Google ha intrapreso battaglie legali con una serie di editori USA per la sua pratica di digitalizzare libri protetti da copyright senza autorizzazione dei titolari dei diritti d’autore ma passando attraverso le biblioteche.
Il numero ufficiale di libri digitalizzati da Google è superiore a un milione, ma un dirigente della Internet company, presente alla Fiera del Libro di Francoforte, ha ammesso che in realtà i titoli scannerizzati sono molti di più, pur senza fornire informazioni più precise.
Il rappresentante di Google ha anche escluso che la società intenda produrre e vendere lettori di ebook, come il Reader di Sony o il Kindle di Amazon.