Google ha abituato tutti ormai a cambiare il proprio logo adattandolo di volta in volta a circostanze differenti: compleanni, anniversari, eventi storici. Quel che vien fatto oggi, però, è qualcosa di ancor diverso e (leggere fino in fondo) probabilmente significativo:
Il logo di oggi è relativo ad una notizia, peraltro soltanto di poche ore prima. Non una nozione cristallizzata nel passato, ma informazione fresca, nuova, viva. Trattasi della scoperta di un fossile che si inserirebbe alla perfezione come tassello mancante nell’evoluzione teorica della specie umana. Il fossile, un’Adapidae femmina dell’età di 47 milioni di anni, va a corroborare le teorie di Charles Darwin e diventa pertanto immediatamente una pietra miliare della storia e della scienza.
Google non si è fatto scappare l’occasione: il piccolo fossile è divenuto immediatamente logo, è andato ad arricchire la collezione dei “Doodle” ed ha creato un precedente. Quali altre notizie meriteranno cotanto rilievo in futuro?
Di per sé l’evento è però significativo anche e soprattutto da un altro punto di vista. Google, infatti, ha sempre fatto perno su di un archivio affidabile e ricco, ma con una grave difficoltà intrinseca relativamente all’immediatezza: Google, insomma, non sa indicizzare e restituire quel che è appena successo. L’avvicinamento a Twitter va in questa direzione: portare il motore anche nella dimensione del “qui, ora” fornendo agli algoritmi materiale fresco da fagocitare e digerire in improvvisate SERP.
Questo sta facendo Google oggi: non più un logo che fotografa il passato, ma un Doodle che fotografa il presente. Una capacità nuova, una marcia in più, un approccio subitaneo. Il fossile dell’American Museum of Natural History ha dunque un significato simile e parallelo alla copia impressa nel logo di Google di oggi: il tassello che mancava in una lunga evoluzione che sta andando a compimento.