L’acquisto di DoubleClick da parte di Google rischia di diventare una sorta di Via Crucis per l’azienda di Mountain View. Dopo le mosse ostili nei confronti di Microsoft, infatti, la Commissione Europea si sente chiamata alla prova e Google è pronto ad affrontare l’ostacolo nel momento stesso in cui anche negli Stati Uniti l’antitrust si prepara a passare al vaglio l’operazione.
The Economist legge la situazione in modo molto esplicito: il caso Google è quello maggiormente indicato per raccogliere un’ulteriore iniziativa legale da parte delle autorità europee. Intel è in seconda piazza e spera che il temporale passi senza far danni.
Google ha online una posizione per certi versi raffrontabile a quella di Microsoft nel mercato dei sistemi operativi. In più il caso è condito di preoccupazioni relative alla privacy degli utenti, la quale potrebbe essere eccessivamente esposta se i cookie di DoubleClick e quelli di Google iniziassero a far capo allo stesso database. Per questo motivo la Federal Trade Commission si prepara a passare al vaglio la documentazione presentata e la Commissione Europea farà sapere entro fine ottobre cosa intende fare (tre le possibilità indicate da Reuters: semaforo verde con via libera immediato; semaforo giallo con un rinvio della decisione di 2 settimane; semaforo rosso con l’inizio di una indagine conoscitiva approfondita destinata fin da subito ad allungare i tempi delle operazioni).
«Stiamo chiedendo alla Commissione europea di esaminare l’acquisizione. Crediamo che possa rivelarsi un accordo positivo, sia per gli utenti che per gli inserzionisti e che aumenterà la competizione»: così Julia Holtz, consigliere di Google per la concorrenza, ha spianato la strada alla proposta. Ma così come Google ha opposto le proprie resistenze alle operazioni della concorrenza, così la concorrenza è pronta a muoversi con azioni oppositive in questo caso. Microsoft, Yahoo, AT&T e Symantec i gruppi più attivi in tal senso.
Microsoft ha fatto sapere che interverrà direttamente nelle audizioni presso il Senato USA: la prossima settimana il consigliere generale Brad Smith si presenterà alla commissione antitrust e sciorinerà le rimostranze della propria azienda nei confronti dell’acquisizione di Google, scendendo così in campo direttamente. Yahoo e AT&T hanno fatto sapere fin da subito le proprie riflessioni in merito, delineando un mercato potenzialmente ostruito dallo strapotere concentrato attorno al motore di ricerca dominante. Symantec, per voce del CEO John Thompson, ha fatto sapere che l’attenzione andrà riposta sui cookies: è in quello strumento che Google e DoubleClick manifestano il proprio potere congiunto (in quanto permettono di tracciare l’attività degli utenti) ed è su questo aspetto che le istituzioni di controllo dovranno far cadere la scure. «È come se qualcuno guardasse dalla finestra di camera mia» spiega Thompson. La Commissione Europea ha già accorciato i tempi di vita dei “biscottini” costringendo Google a portare la scadenza da 24 a 18 mesi, ma il loro sistema di rinnovo automatico lascia oggi importanti strascichi sul caso.