Le attese erano alte ed i due gruppi sono i nomi di riferimento di quello che è oggi il settore dell’informatica e del web. Google e Microsoft si sono ritrovati in una insolita sfida indiretta fatta di numeri e dollari, con la presentazione delle rispettive trimestrali (Google / Microsoft) che è giunta in quasi contemporanea. Per entrambe il risultato è similare: giornata chiusa in positivo e after-hour in sonoro negativo, con Google che perde oltre il 7.5% e Microsoft che si ferma ad un passivo del 6.2%.
Google ha chiuso il trimestre con entrate nette di 1.25 miliardi di dollari, 3.92 per azione, con un aumento del 35% rispetto ai 925 milioni del secondo trimestre 2007. Alla chiusura dell’anno le proiezioni sono di 4.63 dollari di netto per ogni azione, il che è al di sotto dei 4.74 previsti. Di qui il crollo, con le stime gelate da una situazione macroeconomica che riflette le sue conseguenze anche sui grandi gruppi del settore (fino ad oggi in qualche modo incolumi nonostante un deciso sgonfiarsi del valore raggiunto a fine 2007 dai rispettivi titoli a Wall Street). Stupisce, soprattutto, la seconda delusione consecutiva per gli azionisti, situazione più unica che rara nella cavalcata trionfale finora conseguita in borsa dal gruppo.
Secondo l’analisi Stanford Group riportata da Forbes «c’è la conferma per cui ci sia un rallentamento nell’Internet advertising che affligge anche Google». Ed è a quanto pare un rallentamento bivalente: da una parte c’è una minore propensione all’advertising da parte degli inserzionisti; dall’altra vi sarebbe stato un generale rallentamento del paid click, il che è un caso che meriterà tutta l’attenzione dei tecnici di Mountain View per capire cosa non abbia funzionato.
A tutto ciò si aggiunge il fatto che l’acquisizione di DoubleClick ha ridotto il “cash” a disposizione del portafoglio del gruppo, il che si traduce in un forte rallentamento dell’ammontare degli interessi maturati, il che è valutabile in 80 milioni di dollari in meno a bilancio. Tutta questa serie di indicazioni ha maturato in Google la convinzione per cui sia venuto il momento di fare il quadro generale prima di continuare l’espansione del gruppo, ed è così che nell’ultimo trimestre è rallentato il numero di assunzioni dopo un lungo periodo passato a moltiplicare la forza lavoro disponibile fino agli attuali 19600 dipendenti.
Per Microsoft i numeri sono invece positivi ed il trimestre si chiude con cifre di crescita che sposano le attese. Quel che preoccupa, per contro, è l’immediato futuro, per il quale gli analisti si attendevano qualcosa di più e vedono invece gli esperti di Redmond tirare i remi in barca e consegnare numeri cauti. Numeri che, per il 2009, sono in molti a rivedere ulteriormente al ribasso (addirittura oltre le stime della stessa Microsoft, già di per sé prudenti).
Il trimestre Microsoft si chiude con profitti in crescita del 42% trainati soprattutto dai grandi volumi registrati dai comparti Windows e Office. Le entrate nette sono aumentate del 46% raggiungendo quota 4.3 miliardi, appena sotto le previsioni. Le vendite lorde sono crescite del 18%, dai 13.4 del 2007 ai 15.8 miliardi attuali, superando appena le stime Reuters. Essendo quello conclusosi in giugno l’ultimo trimestre fiscale, Microsoft festeggia l’anno concluso sottolineando come fosse dal 1999 che il gruppo non cresceva tanto in soli 12 mesi (+32%, 60.42 miliardi di dollari in totale, +18% rispetto all’anno fiscale antecedente).
Ma è il trimestre in corso a preoccupare, ovvero il Q1 dell’anno nuovo. Nei prossimi tre mesi il gruppo prevede infatti di mettere in cassa 47/48 centesimi per azione per un totale di 14.7/14.9 miliardi. Le attese erano invece di 15.1 miliardi diluiti in 49 centesimi per azione. Nello specifico il gruppo ha quantificato in 50 milioni il numero di licenze Vista immesse sul mercato per un totale di 190 milioni dal lancio ad inizio 2007: il comparto Windows è così cresciuto del 16% portando entrate da 3.22 miliardi nei tre mesi conclusi il 30 giugno. Office (assieme a tutto il comparto business) è in crescita del 12%, raggiungendo 3.34 miliardi, appena al di sotto di quanto ci si attendesse: secondo quanto spiegato dal gruppo, il contesto economico ha suggerito agli utenti la scelta di versioni più economiche della suite, generando pertanto introiti minori a parità di unità licenziate. In perdita, invece, il comparto che assomma Xbox 360 e servizi online: -488 milioni il computo finale per una console che viene venduta in perdita (con cifre importanti in quanto ad unità smerciate) ed un comparto che si sta sviluppando solo ora e che richiede quindi continue iniezioni di investimento. La perdita è pressoché raddoppiata rispetto all’anno precedente e Chris Liddell, CFO Microsoft, ricorda che in questo settore non occorre attendersi miracoli ancora per molto tempo (è su questo aspetto, però, che potrebbe avere un effetto prorompente una eventuale acquisizione di Yahoo, visto da Steve Ballmer come l'”accelerante” necessario per sfondare definitivamente il mercato oggi strettamente nelle mani di Google).
Le previsioni per il 2009 rimangono sostanzialmente invariate: da 2.12 a 2.18 dollari per azione su 67.3/68.1 miliardi di entrate, con le previsioni degli analisti che si fermano invece su cifre leggermente più modeste. Liddell promuove comunque la trimestrale del proprio gruppo, adducendo alla situazione economica generale come un elemento di disturbo imprescindibile a cui Microsoft risponderà comunque con crescita in doppia cifra.
Entrambi i titoli sono attesi ora all’esame dell’ultima seduta della settimana: l’apertura è prevista in ribasso per entrambi, e l’assommarsi di altri risultati al di sotto delle attese potrebbe portare l’intero listino ad una chiusura della settimana in perdita.