Google afferma nuovamente il suo ruolo in difesa dell’open source, diventando membro del consiglio direttivo dell’Open Invention Network. Il gruppo ha come obiettivo quello di acquisire brevetti e rilasciarli con licenza gratuita a enti, società o sviluppatori che, a loro volta, si impegnano a utilizzare le proprietà intellettuali in modi non lesivi per Linux o per altri sistemi aperti. Ad annunciarlo è direttamente il team di Mountain View, con un post comparso oggi sul blog ufficiale.
Software open source come Linux hanno portato innovazione nel cloud computing, nel Web mobile e, più in generale, in Internet. Linux oggi permette il funzionamento di quasi tutti i supercomputer del mondo, della Stazione Spaziale Internazionale e costituisce il cuore pulsante di Android. Purtroppo, la diffusione dell’open source è andata di pari passo con quella di ciò che lo minaccia, in particolare per quanto riguarda l’utilizzo dei brevetti. Oggi ampliamo il nostro impegno con OIN, diventando la prima organizzazione ad entrare nel consiglio direttivo dal 2007.
Nato nel 2005, OIN ha ricevuto in passato il supporto da parte di colossi come IBM, NEC, Novell, Philips, Red Hat e Sony, continuando ad operare con lo scopo di tutelare i progetti open source. Annunciando l’intenzione di partecipare in modo ancora più diretto, Google si schiera apertamente (e per l’ennesima volta) al fianco di chi sceglie di puntare sul software libero. Negli ultimi anni si è parlato molto della questione brevetti legata al mondo tecnologico, soprattutto per quanto riguarda l’ambito mobile: la battaglia tra Apple e i produttori di dispositivi Android per la paternità di design e funzionalità ne è di certo l’esempio più lampante.
Nel corso degli ultimi tre decenni, ciò che è conosciuto come software open source ha portato benefici alle persone di tutto il mondo, con prodotti e servizi innovativi. Siamo impegnati per proteggere questo tipo di innovazione e felici di estendere il nostro ruolo nell’Open Invention Network.