Google di nuovo sotto accusa per l’affair Safari, già costato alla società di Mountain View oltre 22 milioni di dollari. A puntare il dito contro bigG sono questa volta una dozzina di utenti Apple residenti nel Regno Unito, che hanno citato in giudizio il motore di ricerca per aver tracciato senza autorizzazione i loro comportamenti online, ignorando le opzioni impostate nel browser di Cupertino relative ai cookie.
È la prima volta che Google si trova a dover fronteggiare una causa di gruppo relativa alla privacy nel Regno Unito e, tenendo in considerazione la sanzione decisa oltreoceano dalla Federal Trade Commission, non è da escludere che anche in UK il gruppo possa trovarsi di fronte a un’ennesima condanna. L’accusa pretende di sapere quali sono i dati monitorati da bigG, l’utilizzo che ne è stato fatto e per quanto tempo è andata avanti la pratica, ritenuta lesiva per la privacy secondo quanto riportato nella normativa Data Protection Act del 1998.
Nell’agosto scorso, di fronte al giudice incaricato di far luce sulla questione, la società californiana ha ammesso di aver creato un cookie nei dispositivi degli utenti che hanno visitato siti contenenti pubblicità del network DoubleClick. La difesa di bigG si è basata sul ribadire il proprio impegno nella tutela della privacy, definendo non volontaria la pratica di aggirare le impostazioni del browser Safari: una strategia che, a conti fatti, si è rivelata piuttosto infruttuosa.
Al momento non è possibile fare previsioni sull’ammontare della sanzione a cui Google potrebbe andare in contro nel Regno Unito, ma The Guardian ipotizza una cifra non di molto inferiore a quella stabilita dalla giustizia americana, tenendo in considerazione i milioni di utenti britannici che navigano in Rete con il software di Cupertino. Contattati per un commento sulla vicenda, i vertici di bigG non hanno ancora rilasciato dichiarazioni.