La delicata situazione politica e sociale che in questi giorni sta vedendo l’Egitto al centro dell’attenzione di tutto il mondo ha spinto le autorità locali a prendere una decisione senza precedenti: spegnere Internet. L’azione, fortemente volute dai rappresentanti del contestato governo Mubarak per impedire le comunicazioni tra i manifestanti e la fuga di notizie riguardanti gli avvenimenti interni, ha inevitabilmente suscitato un’ondata di proteste e indignazione da parte di tutto il mondo civile, schierato dalla parte della libertà della Rete. Tra chi non si è limitato a rendere pubblica la propria opposizione all’oscuramento informatico figurano anche nomi di spicco del panorama Web odierno, come Google e Twitter, che insieme hanno dato vita a Speak2Tweet.
Presentato nei giorni scorsi sul blog ufficiale dell’azienda, il servizio consente ai cittadini egiziani di comunicare con il mondo esterno attraverso una semplice telefonata. Chiamando alcuni numeri internazionali (+16504194196, +390662207294 oppure +97316199855), chiunque può lasciare un messaggio vocale che verrà poi inserito su Twitter accompagnato dalla tag #egypt, disponibile per l’ascolto e la condivisione a chiunque lo desideri.
Dal punto di vista prettamente tecnico ci si trova di fronte a una tecnologia resa possibile dalla stretta collaborazione dei team di Google e Twitter, supportati dagli ingegneri della compagnia SayNow acquisita di recente proprio da bigG.
Analizzando il servizio sotto altri aspetti emerge invece una volta di più l’importanza rivestita oggigiorno della Rete come mezzo di comunicazione a tutela dei diritti civili e della pratica democratica. Solo un decennio fa, quando social network e banda larga non rappresentavano ancora realtà di portata mondiale, vicende come quelle che oggi interessano l’Egitto sarebbero state testimoniate (o meglio, sono state testimoniate) esclusivamente da reportage televisivi o articoli cartacei pubblicati sui quotidiani. Oggi Internet è ovunque e per questo motivo l’entourage di Mubarak ha fatto di tutto per fermare i provider ed appiedare la Rete. Ma non è bastato: Speak2Tweet ha superato anche questo ostacolo ed ha dato una spallata ulteriore ad un regime ormai prossimo alla caduta.