Tra le grandi società operanti nell’ambito tecnologico, Google è senza alcun dubbio quella più attenta alle tematiche sociali e ambientali. Lo dimostra l’assegno di cinque milioni di dollari staccato nella giornata di ieri in favore del WWF, che sarà impiegato dall’organizzazione per studiare e sperimentare nuovi metodi da applicare nella sempre più serrata lotta al bracconaggio.
Ad annunciarlo è stato Carter Roberts, presidente del World Wildlife Fund, parlando specificatamente di come parte del denaro messo a disposizione da bigG verrà utilizzato per salvaguardare le specie animali a rischio estinzione che popolano la Namibia. Il numero di tigri, rinoceronti ed elefanti è in costante diminuzione nel paese, ma quello del bracconaggio non è un problema che riguarda solamente lo stato dell’Africa meridionale. Alla base di tutto c’è l’interesse di una clientela benestante nei confronti di parti specifiche di questi animali, spesso da esibire come trofei.
L’intenzione del WWF è quella di perfezionare una tecnologia in grado di monitorare costantemente i movimenti degli esemplari, così da poterli tenere sotto controllo. Una sorta di dispositivo per la geolocalizzazione, attraverso il quale creare una rete globale da tenere sotto controllo mediante un software chiamato SMART (Spatial Monitoring and Reporting Tool). Una soluzione tecnologica per il problema, dunque.
Tutto questo andrà a combinarsi con il sistema TRAFFIC, già attivo in oltre 30 paesi di tutto il mondo, utile proprio per monitorare il traffico illecito di piante e animali, che secondo le più recenti stime arriva a muovere ogni anno un volume d’affari compreso tra sette e dieci miliardi di dollari.
Dopo aver mostrato la sua anima eco-friendly con lo sviluppo di soluzioni dedicate alla produzione di energia elettrica da fonti pulite e rinnovabili, Google prende dunque a cuore anche la salvaguardia delle specie animali protette, confermando l’attenzione del gruppo a tematiche che esulano dall’ambito prettamente tecnologico.