Google Earth arriva alla quinta edizione e, un update dopo l’altro, dimostra come Google abbia creato un contenitore che ora sta poco alla volta riempiendo, donandovi sempre più funzioni, contenuti ed utilità. Le prime release del motore hanno creato un modello tridimensionale per presentare le mappe di Google in un sistema differente dalla sola riproduzione tradizionale. Quindi è venuto “Sky”, la mappatura del cielo. Infine ecco gli oceani, ultima grande novità nel mondo tridimensionale del software di Mountain View.
«Immagini storiche dal mondo», «Informazioni oceanografiche fornite da esperti» e «Tour semplificato con registrazioni audio». Un tour esplorativo è stato organizzato per illustrare tutte le qualità della nuova release, tra le quali anche la navigazione sulla “quarta dimensione” temporale che fa di Google Earth una sorta di macchina del tempo simulata. Ma il gruppo sembra avere ancora importanti progetti in serbo: «Google Earth è ancora un prodotto ben lontano dall’aver raggiunto la sua maturità. Per questo continuiamo a raccogliere i vostri commenti, i suggerimenti e le opinioni essenziali per farlo crescere e migliorare».
La nuova versione del software, oltre a migliorare la qualità delle immagini e della “navigazione” da una parte all’altra del globo, introduce una funzione fino ad oggi preclusa: la possibilità di spostare la visuale anche al di sotto del livello della superficie del mare. Così facendo Google Earth 5.0 ottiene un importante valore aggiunto: relitti, creature sottomarine, luoghi nascosti, il tutto estremamente affascinante e presentato con il consueto appeal del “volo” virtuale sulle mappe. L’integrazione dei contenuti avviene tramite link, schede tecniche, video depositati su YouTube e tramite l’uso dei segnalibri i vari punti di interesse sono facilmente identificabili.
Sebbene Google abbia abituato gli utenti allo stupore, in questo caso non bisogna però immaginare una trasposizione di Street View sul fondo del mare. Il team ha invece raccolto il proprio materiale grazie alla partnership con vari gruppi, mettendo così assieme un campionario di contenuti utile ad evidenziare le parti esplorate ed interessanti.
Se poi la terra e i mari non bastano ancora, allora Google Earth può sconfinare dalla sola realtà terrestre per portare l’utente fino alle terre marziane: grazie alla collaborazione con la NASA, infatti, Google Earth mette a disposizione anche immagini relative alla superficie di Marte.
Secondo i dati diramati il software è stato scaricato, dal 2005 ad oggi, 400 milioni di volte. D’ora in poi il numero potrà però essere falsato dal fatto che l’uso del software può essere parzialmente sostituito da una modalità nuova che promette di estendere in modo sostanziale l’esposizione dei contenuti passando, invece che attraverso l’installazione del software, semplicemente tramite l’installazione di un plugin. Passando il confine tra software e servizio online Google Earth diventa una applicazione utilizzabile tramite embed, raggiungibile tramite un qualsivoglia browser e pertanto aperta a molte più persone rispetto al passato.
Per comprendere il player Google Earth all’interno di un browser è possibile creare l’apposito codice grazie alle API (aggiornate da alcune ore per comprendere il nuovo servizio). Una sola limitazione, per quanto paradossale, terrà temporaneamente il tutto lontano da un browser: il plugin per Google Chrome non è ancora disponibile e pertanto i due software di Mountain View per ora non potranno cooperare.
Siccome la monetizzazione è oggi al centro delle attenzioni, anche Google Earth non sfugge alla domanda. Google, nello specifico, conta di trarre giovamento dal software vendendo account Pro sempre più ricchi, vendendo le immagini per usi commerciali e raccogliendo pubblicità mirate ed arricchite dalla geolocalizzazione. Farcire il mondo di Google Earth con nuovi contenuti è la via da percorrere per rendere sempre più appetibile la piattaforma: il resto viene per logica conseguenza con l’aumentare dei partner e dell’utenza coinvolta.