L’American Dialect Society ha proclamato “Google” come parola, o meglio espressione, del decennio.
Per l’anno 2009 è stato invece scelto il termine “tweet“, che per chi ancora non lo sapesse è il singolo post su Twitter.
Forse può apparire un po’ esagerato dare al nome “Google” tutta questa importanza, tanto più che, in fondo, si tratta di un marchio privato.
Però la scelta acquista un senso se consideriamo Google come elemento caratterizzante e simbolico di quell’aspetto della nostra società e della nostra era che sono le informazioni, e dell’importanza che hanno assunto.
Non ce ne sono mai state così tante, e così comodamente reperibili come nella nostra epoca, così come noi non siamo mai stati, a nostra volta, tanto desiderosi di comunicare. E questo spiega anche tweet come parola del 2009, ma tra i candidati c’era anche “blog”.
“Googlare” è un termine di fatto quasi entrato nell’uso comune, e racchiude in sé tutta la semplicità e la velocità, e a volte anche la pretesa, di poter avere in un secondo, anzi molto meno, la chiave di accesso a questo pressoché infinito serbatoio di informazioni.
È pur sempre solo una tecnologia, alcune si integrano nelle nostre abitudini, altre le condizionano, in questo caso le ha condizionate in maniera soft, semplicemente frapponendosi strutturalmente tra noi e ciò che facciamo nella nostra vita.