Google era un motore di ricerca. Ha poi esteso la propria attività all’advertising online, ha prodotto un browser, ora produce addirittura telefonini. Ma c’è un passo ulteriore ad estendere e rinnovare l’immagine del gruppo: Google ha ufficialmente presentato richiesta per avere la possibilità di compravendere energia sul suolo statunitense.
A tal fine il gruppo ha creato la consociata Google Energy, la quale avrà lo scopo di gestire l’aspetto specifico dell’attività intermediaria. Google avrebbe già presentato richiesta ufficiale alla Federal Energy Regulatory Commission (FERC), chiedendo nella fattispecie l’autorizzazione a procedere entro il 23 Febbraio prossimo. La documentazione della richiesta è disponibile online e metterà a frutto ciò che le attivtà filantropiche di Google.org portano avanti ormai da tempo investendo in iniziative e ricerca nell’ambito dell’energia e delle fonte rinnovabili.
La scelta di Google, apparentemente eclettica, sembra invece in linea con quanto operato da molti altri gruppi. Secondo quanto si segnala in queste ore, sarebbero almeno 1500 i grandi nomi USA ad avere una sussidiaria autorizzata nella gestione della compravendita di energia. Google da parte sua potrebbe mettere a frutto la posizione acquisita con altre opportunità, estendendo pertanto il motivo basilare per cui la richiesta è stata avanzata: riuscire ad accedere con migliori condizioni all’approvvigionamento di energia elettrica per i propri famelici server.
Google potrebbe pertanto acquistare energia, ma anche metterla in vendita: il gruppo sta realizzando infatti importanti centrali di produzione legate a sistemi di approvigionamento tramite energia solare ed eolica, dunque eventuali eccedenze potrebbero facilmente essere messere nel circuito per lucrare su eventuali produzioni extra. Ma non è tutto. Da tempo Google è impegnato nel mondo del mercato dell’elettricità, tramite il cosiddetto Powermeter ha messo nelle mani degli utenti uno strumento per il monitoraggio dei consumi e, al contempo, ha manifestato più volte interesse per un sistema distributivo basato su smart grid. Google non ha spiegato esplicitamente le proprie intenzioni ma, oltre all’autoapprovvigionamento, insomma, potrebbe esserci anche qualcosa di più.