A fine gennaio si è parlato di siti pornografici mostrati su Google cercando “Pokémon X videos”, ovvero filmati sul nuovo videogame di Nintendo dedicato ai pocket monsters. Se in quel caso è stato giusto attribuire gran parte della responsabilità al titolo del gioco (la query può essere interpretata come “Cerca Pokémon su X Videos”), quanto segnalato ieri da un utente Quora ha portato invece alla luce un bug del motore di ricerca. Digitando un’equazione matematica è infatti possibile visualizzare link a contenuti hard.
La vicenda è piuttosto complessa e può essere spiegata solamente con un’errata interpretazione dei termini digitati da parte di Google. In sintesi, il navigatore in questione ha sottoposto a bigG la query -4^(1/4), ricevendo come output sia il risultato corretto (-1,41421356) che una serie di link verso siti con immagini e filmati per soli adulti. La richiesta di chiarimento non è caduta nel vuoto, tanto che alcune ore dopo è arrivata la spiegazione di Jeremy Hoffman, ingegnere di Mountain View, che ringrazia per la segnalazione promettendo una veloce risoluzione del problema. Ecco la traduzione del suo intervento.
Ciao, sono un ingegnere Google e mi occupo delle ricerche. Gli utenti intervenuti hanno illustrato un’analisi eccellente. Come query sul Web, -4^(1/4) viene interpretata al pari di -4 “1 4”, ovvero “Trova le pagine che contengono 1 vicino a 4, ma non contengono 4”. Questo non dovrebbe restituire alcun risultato, in quanto è impossibile soddisfare entrambi i requisiti. Tuttavia, abbiamo scoperto un bug che permette ad alcune pagine di “risultare corrispondenti” a questo tipo di query contraddittorie. Siamo al lavoro per risolvere il problema. Grazie alla community di Quora per averci sottoposto la questione.
Nel momento in cui viene scritto e pubblicato questo articolo il problema non è stato risolto, come dimostra lo screenshot allegato, anche se va precisato come tutto questo accada solamente con SafeSearch disattivato. La causa potrebbe essere ricercata nel comportamento di chi gestisce i siti indicizzati e nelle pratiche di spamdexing come l’utilizzo di keyword o meta tag “fasulle”, attuate nel tentativo di manipolare le SERP di Google.