Si torna a parlare di Google e dell’indagine della Commissione Europea che prosegue ormai da tre anni. Stando a quanto riportato sulle pagine di Reuters, il motore di ricerca avrebbe inviato un secondo documento all’organo antitrust del vecchio continente, con una versione rivista e modificata dell’accordo proposto per evitare sanzioni che potrebbero pesare in modo significativo sulle casse di bigG. Al momento i nuovi termini non sono stati divulgati.
La Commissione ha ricevuto una proposta da Google e la sta valutando.
È quanto dichiarato da Jonathan Todd, portavoce della Commissione Europea, senza aggiungere alcun dettaglio. Un’ennesima conferma arriva dal gruppo di Mountain View, attraverso le parole di Al Verney.
La nostra proposta alla Commissione Europea interessa le loro quattro aree di interesse. Continuiamo a lavorare con la Commissione per chiudere il caso.
Si fa sentire anche FairSearch, gruppo che riunisce Microsoft, Expedia, Foundem, Twenga e altre realtà online che si sono dette danneggiate da comportamenti giudicati anticoncorrenziali da parte di Google. La richiesta arriva dall’avvocato Thomas Vinje.
Considerando il fallimento di Google nel fare un’offerta seria in passato, crediamo sia necessario che utenti e concorrenti dell’azienda siano consultati in un completo, secondo test di mercato.
L’indagine si sarebbe potuta concludere entro l’estate, ma la Commissione Europea non ha ritenuto soddisfacente la prima proposta di accordo inoltrata da parte del motore di ricerca. Eccola riportata di seguito, in attesa di capire quali punti siano stati modificati o integrati da nuove concessioni.
- Più elementi per distinguere i link che promuovono i servizi di gestiti da Google (ad esempio Shopping), così da mettere in evidenza che si tratta di inserzioni a pagamento, rendendole differenti rispetto ai naturali risultati delle ricerche;
- maggiore separazione grafica per questi stessi elementi (tramite accorgimenti come l’utilizzo di frame);
- link verso tre servizi di ricerca specializzati e concorrenti mostrati vicino ai propri, in una posizione facilmente visibile agli utenti;
- un modo più semplice offerto a chi gestisce i siti per non comparire nelle ricerche specializzate di Google, senza penalizzare il loro posizionamento nelle SERP generali;
- un modo offerto ai servizi di ricerca specializzati (ad esempio di viaggi, mappe o ristoranti) per non essere indicizzati su Google e, di conseguenza, migliorare i risultati sulla propria piattaforma;
- nessun obbligo per gli editori, scritto o meno, di utilizzare le inserzioni pubblicitarie online di Google;
- nessun impedimento per gli inserzionisti di gestire campagne pubblicitarie su piattaforme concorrenti.