Le pressioni da parte del garante della privacy europeo hanno avuto effetto su Google: il colosso delle ricerche ha infatti annunciato di avere intenzione di lanciare presto un nuovo servizio che permetterà agli utenti presenti nel proprio archivio di hotspot Wi-Fi di rimuoversi dall’elenco. In più, annunciano di Mountain View, verrà distrutto come da richiesta dell’Autorità per la Protezione dei Dati olandese l’archivio contenente oltre 3.6 milioni di SSID di reti wireless registrati violando la legge olandesi in materia di privacy.
A spingere l’ente europeo in tale direzione sono state le numerose denunce giunte nei confronti di Google, accusata di aver spiato utenti di tutto il mondo sottraendo informazioni sensibili riguardanti i rispettivi hotspot Wi-Fi, con diverse password finite nei database di Mountain View. Secondo il colosso delle ricerche, però, il tutto avrebbe esclusivamente l’obiettivo di realizzare una mappa sempre più precisa delle reti wireless disponibili nel globo, al fine di permettere ai dispositivi Android di velocizzare la procedura di rilevamento della posizione tramite GPS.
Nei prossimi mesi sarà però possibile utilizzare un apposito servizio, distribuito a livello globale nonostante la richiesta riguardi esclusivamente il territorio europeo, per effettuare esplicita richiesta di rimozione dagli archivi della società, eliminando definitivamente la propria rete Wi-Fi dall’enorme collezione registrata da Google nel corso degli ultimi anni, sfruttando soprattutto le Google Car che giorno dopo giorno hanno scandagliato buona parte del pianeta per scattare le fotografie necessarie all’allestimento del servizio Street View.
Il nuovo strumento dovrà essere disponibile entro la fine dell’anno e sarà utilizzabile sin da subito da parte di tutti gli utenti che avranno intenzione di salvaguardare la propria privacy rimuovendosi dagli archivi Google. La nuova decisione della società statunitense assume dunque i connotati di un “mea culpa” con il quale tende una mano agli utenti dopo averne sottratto informazioni senza motivare le proprie azioni e senza specificare dal primo momento in che modo tali dati siano stati utilizzati.