Google ferma la censura: chiusura in vista per la divisione cinese?

Google ferma la censura: chiusura in vista per la divisione cinese?

Se non è una mossa decisiva per l’uscita dal mercato cinese dei motori di ricerca poco ci manca. Parliamo della decisione di Google di rivedere l’approccio relativo alla censura verso cui l’azienda, operante in Cina tramite Google.cn, aveva finora tenuto un atteggiamento in linea con i dettami del governo del paese.

Da ora in poi Google potrebbe quindi cambiare posizione, passando da una strategia che mirava sostanzialmente a sottostare alle rigide norme sulla censura della Rete vigenti in Cina, adottate pur di mantenere la propria presenza nel paese, ad una strategia di “rottura” verso il Governo, con lo scopo di togliere i filtri che finora hanno regolato il funzionamento di Google.cn.

La ragione principale di questa significativa virata di Google è essenzialmente legata ai recenti attacchi subiti da BigG e da altre venti grandi aziende del settore, tra cui anche Adobe, attacchi sofisticati che si sono dimostrati, sia per la loro complessità che per la loro continuità, molto più di semplici attacchi alla sicurezza come se ne registrano spesso nelle attività delle imprese online, andando a sconfinare in ingerenze, così si intende dalle parole usate da Google, che prendevano di mira la stessa infrastruttura della società di Mountain View e di alcuni dei suoi principali servizi.

Gli attacchi hanno causato il furto di proprietà intellettuale di Google e hanno visto l’intrusione di sconosciuti nelle caselle di posta GMail appartenenti ad alcuni attivisti per i diritti umanitari, mostrando chiaramente una matrice politica che va al di là dei comuni attacchi dei cracker.

Da qui ecco cambiare l’atteggiamento del motore di ricerca americano, non più, adesso, disposto a fare concessioni sulla censura per quanto riguarda la versione cinese del proprio sito, ma interessato a ridiscutere i termini della sua presenza sul mercato dei motori di ricerca cinesi direttamente con il Governo, in una trattativa che si annuncia più impossibile che complicata per quanto riguarda una sua riuscita nel trovare un accordo.

Il rischio reale è quindi la chiusura di Google.cn e l’uscita di BigG dalla Cina dopo circa 4 anni, come anche dalle parti del googleplex sanno bene, tanto da spiegare con chiarezza come una chiusura non sia soltanto un’ipotesi ma una possibilità ben concreta.

La mossa di Google apre quindi degli orizzonti poco chiari. Non tanto per il peso che il motore di ricerca ha sul mercato cinese (solo il 20% del totale), quanto invece per il peso di una simile decisione dal punto di vista etico e “politico”, con uno degli esponenti più illustri della cultura occidentale che dice basta alle imposizioni e alle ingerenze di un governo orientale da più parti criticato ma sempre più spesso accondisceso per ragioni di opportunità economica, almeno fino ad ad ora. Google ha fatto la prima mossa, sarà seguita da altri?

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