Archiviata l’ufficializzazione della partnership tra Google (o meglio, la parent company Alphabet) e Fiat Chrysler Automobiles, è tempo di interrogarsi sulle modalità con le quali le due aziende intendono avviare e portare avanti la loro collaborazione. Uno dei punti da chiarire riguarda la gestione dei dati relativi alle vetture a guida autonoma che saranno impiegate durante la fase di sperimentazione.
Un dettaglio non di poco conto, poiché il cuore delle self-driving car è costituito proprio da un comparto software che analizza in tempo reale le informazioni acquisite dall’ambiente circostante, per direzionare il veicolo dove necessario e intervenire prontamente in caso di potenziale pericolo. Saranno queste informazioni a plasmare l’intelligenza del mezzo, a renderlo pienamente autonomo. A questo proposito, Sergio Marchionne (CEO di FCA) dichiara che le due aziende non sono ancora giunte ad una decisione. È un dettaglio (non di poco conto) che verrà affrontato più avanti.
Deve ancora essere stabilito con esattezza. Dobbiamo prima arrivare ad una fase in cui l’auto sarà operativa, poi potremo discutere i dettagli della collaborazione. Non ci siamo ancora arrivati.
Le vetture alle quali si fa riferimento sono 100 unità della nuova Pacifica, che verranno equipaggiate con il sistema di guida autonoma progettato a Mountain View. Ancora da valutare la possibilità di sviluppare una piattaforma open source da mettere poi a disposizione degli altri protagonisti del mercato, favorendo così la collaborazione e l’innovazione in forma condivisa. Dalle parole di Marchionne emerge anche che la partnership ha uno scopo ben preciso e di breve termine: integrare la tecnologia nel veicolo prodotto da FCA. Ciò che accadrà poi è ancora da stabilire.
L’obiettivo iniziale della nostra collaborazione è molto mirato: è finalizzato a portare la tecnologia di Google nel minivan. È davvero molto, molto preciso. Ha una finalità ben chiara e con tempistiche definite. Cosa verrà poi, lo vedremo.
Nel suo intervento in Canada (nella città di Ontario, dove sorge l’impianto in cui saranno assemblate le Pacifica coinvolte nei test), l’amministratore delegato si dichiara ottimista sulla possibilità di vedere le prime self-driving car circolare senza alcuna restrizione entro cinque anni. Una previsione differente da quella condivisa da Google a fine marzo, che ha parlato di 20-30 anni per portare la tecnologia ad una diffusione su larga scala.