Fin dalla presentazione ufficiale del progetto, datata aprile 2012, Google Glass è stato in grado di attirare l’attenzione della comunità geek come pochi altri dispositivi. Le cose non sono poi andate come auspicato dal gruppo di Mountain View, tanto che non è mai arrivata sul mercato una versione consumer del prodotto. La tecnologia è però stata riadattata per soddisfare le esigenze dell’utenza professionale, giungendo all’annuncio della versione Enterprise Edition destinata alle aziende.
Oggi bigG annuncia che, dopo circa due mesi di accesso limitato, Glass EE è disponibile per le società interessate, con una distribuzione curata dai partner di Google. L’utilità del dispositivo è ben nota: grazie a un piccolo display posizionato sulla montatura è in grado di sovrapporre informazioni aggiuntive al campo visivo di chi lo indossa, in pieno stile realtà aumentata. Un sistema di questo tipo si traduce, per chi lavora, nella possibilità di consultare dati e testi in modo rapido, pressoché immediato, risparmiando tempo e ottimizzando così la propria produttività. Tra i gruppi che già hanno avuto modo di sperimentarne le funzionalità figurano GE Aviation, AGCO, DHL, Dignity Health, NSF International, Sutter Health, The Boeing Company e Volkswagen.
La disponibilità di Google Glass Enterprise Edition annunciata oggi estenderà ulteriormente il raggio d’azione degli occhiali. Questa la testimonianza di Peggy Gulick, Director of Business Process Improvement per AGCO.
I dipendenti ora lavorano in modo più efficiente, veloce e sicuro, grazie al fatto di poter consultare le informazioni direttamente nel loro campo visivo.
Proprio come avviene con i dispositivi Android e altri prodotti del gruppo come lo smart speaker Home, Glass EE è in grado di interpretare i comandi vocali: per attivarli basta pronunciare la keyword “Ok Google” seguita dalle istruzioni da eseguire. Nel post comparso sul blog ufficiale, bigG annuncia che il progetto è ora curato nuovamente dal laboratorio X, lo stesso team (guidato dal visionario Astro Teller) che ne realizzò il primo prototipo. Negli ultimi due anni lo sviluppo è stato portato avanti dalla divisione Project Aura.