L’aspetto di Google Glass visto finora con la Explorer Edition potrebbe non corrispondere al design definitivo. Che il gruppo di Mountain View stia sperimentando concept differenti per gli occhiali non è un mistero, tanto che si è parlato della possibilità di sfruttare la tecnologia anche per chi porta lenti correttive. Grazie a un brevetto depositato nel marzo 2012 si viene oggi a conoscenza di alcuni dei test effettuati nei laboratori di Mountain View, relativi a differenti soluzioni.
Una di queste, visibile nell’immagine allegata di seguito, prevede la separazione del modulo che include il piccolo display da quello con la fotocamera. Le due parti sono integrate sui fianchi della montatura, con i cavi relativi all’alimentazione e al trasferimento dei dati nascosti all’interno della stessa. Ancora, una seconda soluzione è quella che prevede l’integrazione dell’obiettivo fotografico al centro, proprio sopra il naso dell’utente, lasciando di fatto libera una delle due asticelle come visto finora. Trattandosi di una proprietà intellettuale registrata ormai un anno e mezzo fa, non è nemmeno da escludere che si possa trattare di ipotesi già valutate e scartate in corso d’opera.
Uno dei problemi principali da risolvere per quanto riguarda Google Glass è quello relativo all’autonomia. Gli ingegneri potrebbero scegliere di inserire due batterie che, una volta indossato il dispositivo, andrebbero a nascondersi dietro le orecchie. Sarà un aspetto di importanza determinante per il successo del progetto una volta giunto sul mercato: costringere gli utenti a frequenti ricariche sarebbe senza dubbio controproducente, soprattutto per un device che ha come obiettivo principale quello di essere letteralmente indossato e dimenticato, capace di attivarsi mostrando informazioni solo quando richiesto o necessario.
Proprio questa mattina si è parlato dell’applicazione MyGlass, che di fatto elimina la necessità di abilitare il tethering da smartphone per la navigazione online tramite gli occhiali. Un significativo passo in avanti per l’accesso al Web in mobilità.