La scorsa settimana è stata ufficializzata l’acquisizione di Motorola da parte di Lenovo, portata a termine con un investimento pari a 2,91 miliardi di dollari. La notizia è rimbalzata sui portali di tutto il mondo, che ne hanno parlato analizzando ogni aspetto dell’operazione: dal trattenimento dei brevetti da parte di bigG alle possibili ripercussioni che l’accordo avrà sugli equilibri del settore mobile. A tutti è però sfuggito un particolare non di poco conto.
I vertici di Google, contestualmente alla cessione, si sono impegnati a sborsare circa 750 milioni di dollari per mettere le mani sul 5,94% delle azioni del gruppo cinese: per essere più precisi, 618,3 milioni di azioni al prezzo di 1,213 dollari ciascuna. La notizia è stata confermata solo nella tarda serata di ieri sulle pagine di Reuters. Alla luce di questa nuova rivelazione, è possibile ipotizzare una stretta partnership in futuro tra le due aziende, con Lenovo sempre più impegnata sia nella realizzazione di smartphone e tablet Android che nella commercializzazione di computer portatili Chromebook con sistema operativo Chrome OS.
Da non scartare nemmeno la possibilità che possa essere proprio la società asiatica a produrre i prossimi esemplari della famiglia Nexus. Lenovo potrebbe inoltre definitivamente abbandonare l’idea di puntare su Windows Phone, piattaforma che pur restando distante da Android e iOS per quanto riguarda le quote di market share, nel corso del 2013 ha fatto registrare un tasso di crescita che fa ben sperare Microsoft per il futuro.
Intanto, restando in tema “Google e acquisizioni”, il passaggio di Nest al colosso di Mountain View (per 3,2 miliardi di dollari) annunciato a gennaio ha ottenuto il via libera da parte della Federal Trade Commission e della Divisione Antitrust del Dipartimento di Giustizia americano. Ora la startup di Tony Fadell e Matt Rogers è più vicina ad iniziare il suo lavoro per il motore di ricerca.