Nei giorni passati Google ha dovuto rivedere la propria comunicazione trimestrale indicando nelle voci a bilancio un passivo da 500 milioni di dollari correlabile ad un possibile accordo con le autorità USA. Fin da subito il problema è stato ricollegato a possibili problemi nel rapporto con l’industria farmaceutica, ipotizzando per Google un’attività illecita di promozione di farmacie non autorizzate. Emergono ora nuove conferme in tal senso, fotografando una situazione di lunga durata e con un giro d’affari di enorme entità.
Secondo quanto appreso dal Wall Street Journal, infatti, Google sarebbe stato avvisato più e più volte del problema ed i dipendenti stessi del gruppo sarebbero stati informati a dovere di quanto stava accadendo. Google, nella fattispecie, avrebbe chiuso un occhio per lungo tempo sugli annunci che alcune farmacie illegali portavano sul motore di ricerca: il comparto nella sua completezza genera un giro d’affari pari a 1 miliardo di dollari annuo e buona parte della cifra è accreditata alle farmacie ed ai farmaci non regolari. Google si sarebbe reso “complice” del sistema sorvolando sul problema mediante sistemi di controllo inefficaci, dunque la sanzione in discussione tra le parti avrebbe probabilmente colpito questo problema punendo l’atteggiamento di una azienda conscia del malaffare in corso.
Microsoft e Yahoo avrebbero spiegato al WSJ di non essere sotto indagine (o quantomeno di non esserne state notificate) mentre Bryan Liang, docente della California Western School of Law citato nel nuovo report, già nel 2009 avrebbe puntato il dito contro Google per il modo in cui avrebbe finto di non sapere per poter continuare a trarre lucro da un mercato tanto illegale quanto ricco.
L’accusa del WSJ è risoluta: Google sapeva e non è intervenuta per interesse. Le autorità sono però altrettanto risolute: il gruppo ha iniziato da tempo le concertazioni per mediare le posizioni e giungere ad una soluzione condivisa ed accettabile. La sentenza è stata quantificata ad oggi in 500 milioni di dollari, ma sui documenti non è ancora stata posta alcuna firma.