Il browser di Google non s’ha da fare. Nonostante mille dicerie, qualche indizio e alcuni solidi sillogismi, la teoria che portava il numero uno dei motori di ricerca verso una competizione serrata con l’attuale leader dei browser Internet Explorer sembra essere infondata. Almeno questo è quanto trapela dall’unica dichiarazione ufficiale proveniente dal gruppo, dichiarazione che lascia comunque aperto il beneficio del dubbio.
A farsi portavoce dell’importante sortita è John Doerr, il cui nome compare tra i massimi investitori Google (nonchè in precedenza dietro a progetti quali Sun o Netscape): in occasione della conferenza Web 2.0, appuntamento mirato ad analizzare il Web che sarà nel prossimo futuro, egli ha spiegato come varie novità stiano giungendo, ma egli non vede imminente un impegno concreto degli sviluppatori del gruppo in ambito browser. La certezza dura però poco: Doerr scivola fuori dall’ufficialità chiarendo come essere ai vertici del gruppo non significhi forzatamente essere al corrente di quali iniziative il gruppo intenda affrontare. Ergo: il browser non si farà, forse.
Il pubblico avvicinamento al draghetto di Mozilla, la registrazione in Aprile del dominio gbrowser.com, l’assunzione di sviluppatori Microsoft impegnati in precedenza in settori chiave dello sviluppo di Longhorn: questi ed altri indizi non supportano l’idea portata avanti da Doerr e le ipotesi di quest’ultimo, di fronte a tanti indizi, non sembrano convincere.
Secondo Doerr l’interessamento di Google ai browser si limita a seguire l’andamento del mercato in quanto, in previsione di una sostanziale prossima evoluzione del settore, nuove opportunità potrebbero aprirsi e Google intende approfittarne reagendo immediatamente alle novità espresse dal mercato.
Una curiosità emerge nel frattempo dal mondo Mac: Andreas Schwarz, autore di un browser per immagini chiamato gBrowser e giunto già alla versione 1.5, si felicita per la promozione offerta al nome: la confusione creata attorno ai possibili progetti di Google potrà portare ridondanza anche al suo software, dunque per ora Schwarz si gode l’inattesa ed involontaria notorietà, pur annunciando che con la versione 2.0 il nome potrebbe cambiare, alla ricerca di uno maggiormente «creativo».