Le azioni Google sono state il grande affare della borsa USA degli ultimi anni. Partite da quota 80 dollari, sono volate fino ad un massimo di circa 700 dollari a fine 2007, per poi ripiombare pesantemente sotto i colpi della recessione internazionale. Oggi il titolo aleggia sui 350 dollari, ma c’è chi è pronto a scommettere su un periodo particolarmente grigio per le azioni di Mountain View.
Il “downgrade” del titolo giunge dalla ThinkEquity, ove GOOG passa da “accumulate” a “source of funds”. Il target price viene abbassato da 350 a 300 dollari ed il consiglio verso gli azionisti è, in pratica, quello di non confidare in una prossima crescita delle azioni e di difendere piuttosto il portafoglio vendendo per poi ricomprare quando la finanza avrà raggiunto ritrovata serenità. E la previsione ThinkEquity non si ferma al solo 2009, ma si estende per almeno un biennio.
La previsione parla esplicitamente di 7-8 trimestri di declino per il mercato (4 sarebbero già alle spalle) e, giocoforza, per le azioni Google: «crediamo che ci siano convincenti argomenti per pensare che l’attuale declino dell’online advertising possa essere peggiore di quello sperimentato dopo la bolla». Oggi peggio del 2000, insomma, quando le speranze di fine millennio furono sconfessate dal crollo del Nasdaq e dall’inizio di un nuovo periodo che oggi vede la fine del suo ciclo naturale.
Le azioni Google non hanno reagito con particolare veemenza alle notizie provenienti dagli analisti: il tutto si inserisce in un sali-scendi che vede nella macroeconomia leve ben più forti di orientamento. Nell’ultimo anno il titolo ha perso il 30% circa del proprio valore, mentre l’ultima giornata si è chiusa in positivo sul rimbalzo tecnico successivo alla giornata precedente. Sono peraltro giorni complicati per Google, alle prese con vari casi giudiziari che hanno visto l’azienda al centro di accuse per violazione della privacy, diffamazione e comportamento anticoncorrenziale.
Ogni indicazione relativa alle azioni Google, comunque, non si limita all’azienda in sé. L’economia, come risaputo, sta proseguendo il proprio percorso recessivo trascinando anche i pacchetti azionari di maggior rilievo nella più totale volatilità. Google non ha finora subito più di altri la pressione delle difficoltà del momento, ma per la prima volta le azioni del gruppo guardano al futuro senza troppo ottimismo. A meno di guardare oltre il 2010.