Google minimizza ancora una volta il problema del click fraud. Il motore di ricerca non ha mai dato troppo adito alle teorie che vedono il mercato della pubblicità online pesantemente deviato dal problema dei click fasulli ed il gruppo si è sempre dichiarato impegnato nella battaglia per ridurre ai minimi termini la percentuale congenita dei click non direttamente riconducibili al successo di una campagna promozionale. Giocoforza Google deve stare su queste posizioni, pena la perdita di credibilità della maggiore fonte di introito dell’intera macchina economica del leader assoluto dei motori di ricerca.
Il click fraud secondo Google (by Marketing Pilgrim)
La valutazione citata da WebProNews giunge da Shuman Ghosemajumder, Google Business Product Manager for Trust & Safety, in occasione del SES di San Jose. Secondo la spiegazione fornita, Google adotta 4 diversi “layer” di valutazione dei click, una sorta di filtro progressivo attraverso cui far passare solo i click “validi” e filtrando dal computo complessivo quelli non ritenuti opportunamente rispondenti alle caratteristiche richieste. Il risultato a cui fa riferimento il responsabile Google è relativo ad una quantità di click non puri pari al 2% del totale, la decima parte circa rispetto a quanto valutato da altre analisi sul mondo dell’advertising.
I filtri di Google al click fraud (by Marketing Pilgrim)
L’intervento di Ghosemajumder ha il chiaro obiettivo di descrivere il grado di eccellenza raggiunto dalla ricerca Google nel settore con l’evidente intenzione di palesare lo spirito con cui il motore di ricerca intende migliorare il proprio servizio per rafforzare una leadership al momento non in discussione. Ghosemajumder descrive i vari passaggi e coglie nuovamente l’occasione per ribadire la volontà del gruppo di mantenere una ferma trasparenza nell’esplicare i vari passaggi con cui il processo viene sviluppato ed i click vengono computati nel calcolo finale destinato a quanti investono nel servizio.