Google Instant, presentato da poche ore da Google come limite estremo dell’evoluzione “real time” che il motore di ricerca ha intrapreso, non è soltanto una modifica superficiale ad una interfaccia, ma un cambiamento radicale al modo in cui va pensato il motore di ricerca.
Cambia, infatti, soprattutto il modo in cui l’utente compie la propria ricerca. La velocità, infatti, rende compulsiva la proposta delle query e soprattutto mette il motore in posizione di controllo. L’utente, nel tempo, perderà l’abitudine a cercare risultati nelle pagine successive alla prima e tenderà ad affinare il proprio dialogo con il motore per fare in modo di trovare la risposta alle proprie necessità non sfogliando elenchi di link, ma dialogando a colpi di query. Questo cambia: Google passa dall’essere il motore dei “link blu” al motore della risposta istantanea. Il che è destinato giocoforza ad avere profonde ripercussioni.
Scompariranno i SEO, come ha sostenuto qualche critico in queste ore? No, anzi. Aumenta l’importanza del posizionamento: se una ricerca non soddisfa, infatti, l’utente sarà portato a comporre una seconda query in tempi rapidi e difficilmente scorrerà più pagine. Posizionare il proprio sito in cima ai risultati è dunque di importanza ancor maggiore rispetto al passato, poichè la concentrazione dell’utente si sposta una volta di più verso la parte alta della pagina e con percentuali maggiori su di una pagina soltanto. Chi si occupa di SEO, insomma, è avvertito.
Cambiano inoltre gli equilibri di potere tra il motore e l’utente. Chi compie la ricerca, infatti, rinuncia alla scelta di scorrere le pagine ed approfondire cliccando sui link trovati; in cambio il motore offre più e più opzioni per giungere con maggior rapidità alla soluzione. Ma è il motore a suggerire, scegliendo di per sé quali parametri anteporre nella scelta dei propri suggerimenti. Gli effetti di Google Suggest, insomma, vedono moltiplicata la propria ricaduta dal fatto che il risultato è immediatamente consultabile.
Il tutto non è privo di conseguenze anche in termini di advertising. Componendo una query, infatti, si ottengono più liste di risultati ed ognuna è nella maggior parte dei casi anteposta da annunci pubblicitari colorati ed in vista. Google si troverà pertanto a porre sotto l’occhio dell’utente un numero maggiore di annunci, con una maggior possibilità di raccogliere l’interesse e l’eventuale click. Il nuovo Google, insomma, potrebbe essere maggiormente monetizzabile ed il rapporto di forza tra la vecchia e la nuova versione è tra le righe delle parole di presentazione di Google Instant: «Si stima che per ogni ricerca media Google mostrerà da 5 a 7 volte più risultati rispetto a prima». Più risultati, più advertising: il rapporto proporzionale non è probabilmente di 1:1, ma le possibilità di veder aumentato il numero dei click è comunque evidente. Sicuramente aumenteranno le impression: l’appetibilità dell’advertising di Google inizia a giovarsi di Google Instant proprio a partire da questa certezza.
Continua Google nella propria presentazione:
Nell’ipotesi che il tempo medio per ciascuna ricerca sia di 3.5 secondi (compreso quindi tra 2 e 5 secondi) e considerando che ogni giorno vengono effettuate su Google oltre un miliardo di ricerche, se tutti coloro che cercano su Google si avvalessero di Instant, il tempo risparmiato su scala globale sarebbe di 3.5 miliardi di secondi ogni giorno, pari a 58.3 milioni di minuti ogni giorno, 350 milioni di ore ogni giorno, 11 ore ogni secondo: 111 anni in tempo umano risparmiati ogni giorno.
Il risparmio di tempo per gli utenti è tangibile, ma dovrà passare attraverso un periodo di training nel quale prender confidenza con il nuovo modo di cercare su Google dopo anni di abitudine al sistema tradizionale. Per Google, nel frattempo, aumenta il carico sui server (aspetto che Google però sminuisce facendolo rientrare in una curva di crescita già ampiamente prevista) e parallelamente aumentano le opportunità teoriche in termini di advertising.
Google Instant, infine, segna una svolta ed una nuova distanza rispetto all’inseguitore Bing. La ricerca istantanea è il nuovo: rapidità ed efficienza, fino all’istantaneità del rapporto. Bing può copiare o percorrere altre strade, ma in entrambi i casi il gap da colmare rimane sempre e comunque ampio.