Così come annunciato sul proprio blog dedicato ai webmaster, e ripreso poi da PMI.it, Google ha introdotto un nuovo parametro, la velocità, per determinare il PageRank, quindi, in sostanza, la circostanza di trovare un sito più o meno in alto nella pagina dei risultati.
Nello stesso post del blog di Google si dice che, al momento, questa nuova funzione vale per le ricerche effettuate su Google.com in inglese, e riguarda, al momento, meno dell’1% delle stesse.
La riflessione è che, seppur questo parametro inciderà poco nei risultati, come specificato da Google stessa nella seconda parte dell’articolo, questo potrà in qualche modo favorire chi può permettersi di viaggiare su server più potenti e performanti.
In ogni caso, potrebbe nascere una corsa all’alleggerimento delle pagine, che di principio non sarebbe neanche una cattiva idea, salvo se dovesse portare a incidere troppo sui contenuti.
Qualcuno, negli stessi commenti del post di Google, sostiene che potrebbero risultare penalizzati quei siti di carattere scientifico, che spesso richiedono pesanti script per la visualizzazione delle teorie, oppure siti di carattere più amatoriale.
Altri, non senza una certa dose di ironica polemica, promettono di disabilitare il codice di Google Analytics, o quello di oogle Friend Connect, per alleggerire le proprie pagine.
Anche se non è del tutto chiaro se per velocità si intenda il tempo assoluto di caricamento, o la velocità con cui esso avviene, Google suggerisce anche dei plugin per misurare la performance del proprio sito.
Tutto questo, andrà a incidere sul principio di democraticità e neutralità dei contenuti e dell’acceso alla Rete?