Con l’acquisizione di Nest dello scorso anno, Google ha dimostrato il proprio interesse verso il settore delle smart home. Oggi il gruppo di Mountain View compie un’ulteriore passo in avanti, parlando apertamente di Internet of Things. Nasce Brillo, un progetto finalizzato a connettere qualsiasi dispositivo utilizzato, non solo smartphone, tablet, computer e smartwatch, ma anche quelli che fanno parte della vita di tutti i giorni come elettrodomestici, automobili, impianti di sorveglianza ecc.
Brillo, un sistema per la IoT
Anticipato da alcuni rumor la scorsa settimana, Brillo è l’ecosistema attraverso il quale bigG intende giocare un ruolo da protagonista nell’ambito della IoT. Si tratta di una piattaforma derivata da Android, ridotta all’essenziale per poter essere eseguita su dispositivi con requisiti di sistema minimi, adatta dunque ad essere equipaggiata ad esempio nelle lampadine smart per gestire in modo intelligente l’impianto di illuminazione della casa. Il punto di forza è la possibilità di far riconoscere questi device in modo del tutto automatico a smartphone e tablet, così da semplificare al massimo il processo di configurazione, rendendolo accessibile anche ai meno esperti. Sarà messo a disposizione degli sviluppatori in anteprima nel corso del terzo trimestre dell’anno.
Weave
Weave è il protocollo cross-platform, basato su JSON (JavaScript Object Notation), attraverso il quale saranno messi in comunicazione tra loro i device e gli oggetti compatibili con Brillo, sfruttando così le enormi potenzialità di sincronizzazione delle piattaforme cloud e la versatilità delle applicazioni mobile.
Maggiori informazioni sul progetto saranno fornite prossimamente. Già dai primi dettagli svelati al Google I/O 2015 emerge comunque la chiara intenzione, da parte del gruppo di Mountain View, di puntare a rendere connesso e accessibile da remoto tutto ciò che può essere definito un dispositivo, anche laddove non sono presenti un display o un’interfaccia per l’input diretto di comandi o istruzioni.