Sembrava ormai quasi giunta a conclusione l’indagine antitrust sull’attività di Google da parte della Commissione Europea, avviata nel lontano novembre 2010, con l’accettazione di un accordo attraverso il quale il motore di ricerca si è dichiarato disposto a modificare le proprie SERP (pagine dei risultati) per andare incontro alle esigenze manifestate dalla concorrenza, evitando così sanzioni potenzialmente miliardarie. La decisione definitiva è però rimandata a settembre, come riportato oggi sulle pagine del Wall Street Journal.
Abbiamo scritto alle realtà formalmente denuncianti come parte del procedimento, ma non abbiamo ancora ricevuto tutte le risposte. All’inizio di agosto tutte le risposte saranno state inoltrate. Ci occuperemo poi di analizzare in modo approfondito le argomentazioni in esse contenute e, sulla base di quanto emerso, i prossimi step saranno decisi da Almunia nel mese di settembre.
È quanto dichiarato da un portavoce della commissione, che fa riferimento al malumore dimostrato da alcune realtà operanti nell’ambito Web a febbraio, quando Joaquin Almunia ha espresso l’intenzione di accettare le condizioni proposte da Google senza interpellare le altre aziende coinvolte nella vicenda. Il commissario e il suo team avrebbero dunque fatto un passo indietro, mettendosi a disposizione per passare nuovamente in rassegna eventuali perplessità e richieste di rettifica per i termini dell’accordo messo sul tavolo da bigG.
Le indagini dell’antitrust europeo sull’attività del gruppo di Mountain View potrebbero ad ogni modo proseguire anche oltre la decisione di settembre, andando però a toccare ambiti differenti da quello relativo al motore di ricerca. La Commissione ha già inoltrato in via ufficiale una richiesta di informazioni a proposito del sistema operativo Android, oggi presente sull’80% circa degli smartphone in circolazione: sempre stando a quanto riportato sulle pagine del WSJ, anche in questo caso non è da escludere l’avvio di un’indagine.
C’è poi l’affare YouTube da chiarire. Almunia ha puntato il mese scorso l’attenzione sull’attività della piattaforma, non escludendo l’ipotesi di un procedimento formale qualora fossero ravvisati comportamenti lesivi della concorrenza per quanto riguarda l’attività di ricerca dei video online.
Ad influire sulla conclusione di una vicenda protratta per ormai quasi quattro anni potrebbero essere anche alcune rivelazioni contenute nei documenti relativi al caso NSA (secondo un avvocato intervenuto sul Wall Street Journal) e la scadenza ormai prossima del mandato del commissario europeo: Joaquin Almunia resterà infatti in carica fino a novembre, dopodiché sarà costretto a lasciare l’incarico al suo successore. Sono in molti a pensare che il verdetto su una questione tanto delicata debba essere emesso da chi avrà poi tempo e modo di gestirne eventuali ripercussioni.