Se c’è un servizio 2.0 questo è senza dubbio Google: leader non solo dei motori di ricerca ma di tutta la scena 2.0 mondiale.
Gmail, Google Reader, Picasa, Google Caledar, iGoogle, Google Docs, e l’elenco potrebbe continuare ancora per molto: chi di voi non utilizza almeno uno di questi servizi? Chi di voi può dichiararsi “Google-free”? Chi di voi riuscirebbe a immaginare un mondo senza il motore di ricerca?
Difficile trovare qualcuno che riesca a rispondere a questa domanda in maniera affermativa.
Ma da dove partì il tutto, da dove nacque il progetto in grado di cambiare il mondo?
Chi di voi non si è mai posto queste domande?
E chi di voi non ha dato un’occhiata a Wikipedia e alla sua voce dedicata?
Larry Page e Sergey Brin, allora studenti dell’Università di Stanford, dopo aver sviluppato la teoria secondo cui un motore di ricerca basato sull’analisi matematica delle relazioni tra siti Web avrebbe prodotto risultati migliori rispetto alle tecniche empiriche usate precedentemente, fondarono l’azienda il 7 Settembre 1998.
Convinti che le pagine citate con un maggior numero di link fossero le più importanti e meritevoli (Teoria delle Reti), decisero di approfondire la loro teoria all’interno dei loro studi e posero le basi per il loro motore di ricerca.
E come si è evoluta la cosa?
Per quelli più curiosi tra di voi, l’Università di Stanford ha reso disponibile la prima originaria presentazione (quella del 1998 per l’appunto) del noto motore di ricerca.
La potete trovare a questo indirizzo.
Titolo dello storico documento: “Large-Scale Hypertextual Web Search Engine”
Soprassediamo sull’orribile logo originario, con il quale Google, probabilmente, non avrebbe avuto la stessa fortuna e concentriamoci sul contenuto delle slide della presentazione: i due (possiamo dirlo con certezza) avevano, già allora, le idee molto ben chiare.
Spiccano tra quelle pagine l’abbozzo del primo PageRank: dall’algoritmo complesso e sconosciuto, e la teoria alla base del “linking”.
Se un sito ottiene molti link in entrata e molti riferimenti deve essere una valida risorsa, no?
Già allora la funzione “sociale” si intravedeva sullo sfondo.
Decisamente un bel pezzo di storia.
L’evoluzione del Web (sia esso 1.0 o 2.0, ma anche 3 o 4 se vogliamo) è passata di qui.