L’annuncio a sorpresa di Larry Page, CEO di Alphabet, e del presidente Sergey Brin, di rinunciare ai loro titoli e allontanarsi dalla gestione della società madre di Google, chiude un percorso che ha plasmato la azienda per 21 anni. Al loro posto subentrerà Sundar Pichai, da adesso non più solo amministratore delegato di Google, ma dell’intera Alphabet.
Google è stata fondata nel 1998 e, a oggi, conta oltre 100mila dipendenti. Non soltanto è uno dei giganti della tecnologia, grazie ai vari rami smartphone, smart speaker, etc che abbraccia, ma è anche una delle aziende che fattura di più al mondo. È passato molto tempo dai primi passi di Page e Brin in questa avventura e adesso, gli ormai ex capi della società, sentono che è il momento giusto per fare un passo indietro e avere un rapporto più distaccato con la “loro creatura”. In un certo senso, è un po’ la decisione che ha preso Bill Gates con Microsoft: sebbene fosse il fondatore, dopo tanti anni ha deciso di servire l’azienda come consulente, occupando una posizione meno centrale. Il ruolo pubblico dei co-fondatori di Google era progressivamente diminuito nel corso degli ultimi anni, una scelta che aveva fatto storcere il naso agli enti politici e a numerosi dipendenti.
Così, Larry Page e Sergey Brin salutano attraverso una bella lettera l’azienda, abbracciando il nuovo ruolo e manifestando tutto l’amore che provano nei confronti di Alphabet. Scrivono infatti:
Crediamo sia il momento di assumere il ruolo di genitori orgogliosi, offrendo consigli e dando amore, non problemi quotidiani!
Sia Page che Brin continueranno a detenere le azioni con diritto di voto. Page detiene circa il 5,8% delle azioni Alphabet, Brin il 5,6% e Pichai lo 0,1%.