Come previsto ed atteso, Google ha finalmente ufficializzato la cosiddetta “forchetta”, ovvero il range di quotazioni entro cui il simbolo “GOOG” esordirà prossimamente sul mercato azionario. Ancora una volta la procedura del gruppo a capo del leader dei motori di ricerca segue però una via non usuale: evitando le formalità che portano ogni IPO a formalizzare le prime vendite a categorie privilegiate di clienti (banche, grandi gruppi), Google ha comunicato alla Securities and Exchange Commission (SEC) la forchetta solo in modo informale.
I prezzi delle azioni andranno dai 108 ai 135 dollari con una capitalizzazione potenziale di circa 36.25 miliardi di dollari. Con la quotazione in borsa il gruppo conta di raccogliere qualcosa come più di 1.5 miliardi di dollari, capitale disponibile a consolidare la propria attuale leadership del settore
Una comunicazione informale alla SEC è il primo passo verso quella che viene definita un’asta olandese, ovvero asta nella quale il prezzo sarà stabilito direttamente dalla legge della domanda e dell’offerta, con ampie possibilità in più che le azioni del gruppo finiscano in mano ad un azionariato popolare. Google tiene fede dunque alla propria vocazione e con coerenza compie anche in questo verso l’ultimo passo prima dell’inizio delle contrattazioni.
Nelle ultime ore, intanto, è continuata la ridda di voci che ormai da tempo permea questo periodo precedente l’offerta pubblica: dopo le contestazioni su GMail e le accuse per i click fasulli, ora si parla di licenziamenti (con cause legali intraprese) e nomi a dominio salvi dopo una protesta ufficiale (Froogles.com uno tra i tanti). Google rimane nel mirino, mentre ormai per il Nasdaq si tratta solo più di un vero e proprio conto alla rovescia (Agosto o Settembre i mesi plausibili)