Il momento atteso da tempo sui mercati finanziari sembra essere arrivato: Google sarebbe infatti pronta ad annunciare la sua prossima entrata in borsa, aprendo così ufficialmente la via all’acquisto dei pacchetti azionari del numero uno dei motori di ricerca.
E’ doveroso annotare come l’annuncio ufficiale non costituisca un semplice vezzo promozionale, ma sia un prerequisito esplicitamente richiesto dalla Securities and Exchange Commission (SEC) ad ogni azienda privata di una certa dimensione che ambisce all’entrata sul mercato azionario.
I dettagli relativi all’operazione rimangolo al momento segregati nel più totale riserbo. Da fonti di ambito bancario è trapelata la possibile valutazione iniziale dell’azienda prima del grande passo: 25 miliardi di euro. L’entrata in borsa apporterebbe nelle casse del gruppo una forte affluenza di liquidità, aprendo così al duo Larry Page & Sergey Brin di affrontare nuovi ambiziosi investimenti. Le operazioni del gruppo saranno però fortemente limitate dalle regole gravanti sulle aziende dotate di azionariato, per cui i margini di movimento risulteranno ridotti e la concorrenzialità di Google dovrà svilupparsi su nuovi paradigmi ben diversi da quelli attuati dall’attuale assetto organizzativo.
La notizia dell’imminente annuncio è trapelata dal Wall Street Journal. Secondo l’autorevole fonte, il gruppo Google sarebbe pronto a dare il via alle operazioni già entro la settimana. Il tutto non solo si presta ad un radicale sovvertimento degli equilibri di mercato del settore, ma presuppone importanti movimenti anche sul mercato azionario ove diversi grandi gruppi avrebbero già preparato i propri capitali per un ingente investimento ed altri potrebbero muoversi al fine di seguire la scia tracciata.
L’offerta delle azioni Google sarà posta in essere tramite due grandi firme quali Credit Suisse First Boston e Morgan Stanley. L’iniziativa Google riscuote interesse, oltre che per la dimensione assoluta dell’operazione, anche per l’importanza simbolica che assume: l’IPO giunge infatti a distanza di anni a smuovere le acque stagnanti derivate dalla prima ondata di “bolle” finanziarie terminata ormai anni or sono.