L’ascesa di Sundar Pichai nell’organigramma di Mountain View è certificata (se fosse necessaria un’ulteriore conferma) nell’ormai tradizionale lettera annuale scritta dai co-fondatori di Google: Larry Page e Sergey Brin. A questo giro, Page si limita a firmare una breve introduzione (riportata in forma tradotta di seguito), lasciando poi la parola all’attuale CEO di bigG.
In agosto, ho annunciato Alphabet e la nostra nuova struttura, condividendo alcuni dei miei pensieri su come abbiamo immaginato il futuro del nostro business. Sono davvero felice della direzione intrapresa da Alphabet. Sono anche molto felice delle performance ottenute con Sundar nel ruolo di nuovo CEO Google. Siccome la maggior parte delle nostre più grandi scommesse sono interne a Google, ho voluto offrirgli questo palcoscenico per condividere la sua visione e riflettere sui risultati raggiunti. In futuro Sundar, Sergey e io utilizzeremo questo spazio per offrirvi un punto di vista personale su dove siamo e dove stiamo andando.
Pichai focalizza dapprima l’attenzione sul motore di ricerca, che nonostante un’attività oggi altamente diversificata di Google rimane il core business del gruppo. Tutto è cambiato dalla fondazione del 1998: l’avvento del mobile e l’evoluzione delle SERP (pagine dei risultati) hanno contribuito ad evolvere le modalità con le quali gli utenti approcciano il Web per trovare le informazioni desiderate, non dimenticando il supporto ai comandi vocali che permette di portare a termine l’operazione senza nemmeno toccare il dispositivo. Non mancano poi riferimenti a Google Foto e Google Maps, altri due servizi particolarmente apprezzati per le loro funzionalità e versatilità.
Il focus si sposta poi, inevitabilmente, sull’intelligenza artificiale e sul machine learning. Sono questi sistemi, infatti, a permettere ad esempio di interpretare correttamente le parole pronunciate in un microfono o a riconoscere il volto delle persone nelle fotografie. Tecnologie complesse che agiscono in maniera semplice, quasi sempre invisibile, simulando il processo cognitivo dell’essere umano per favorire un’interazione naturale con il mondo online. È sufficiente pensare al successo di AlphaGo o alle potenzialità di TensorFlow per rendersene conto.
Tutto questo senza scordare i contenuti distribuiti attraverso piattaforme come Play Store, YouTube, l’enorme successo del sistema operativo Android in territorio mobile, la crescita della realtà virtuale (con Cardboard) e di Android Wear nel segmento degli indossabili, le soluzioni cloud dedicate al mondo enterprise e la diffusione della linea Chromebook in ambito educativo.
L’intervento di Pichai ha l’obiettivo di riassumere i successi finora raggiunti dal gruppo, ma anche quello di chiarire che la strada da percorrere è ancora lunga, per far sì che i benefici derivanti dall’evoluzione della tecnologia possano essere messi al servizio di tutti, indipendentemente da fattori come il paese di residenza o la disponibilità economica.
Per noi, la tecnologia non è legata ai dispositivi o ai prodotti che realizziamo. Non sono quelli gli obiettivi. La tecnologia è un veicolo di democrazia, rafforza le persone attraverso l’informazione. Google è una società di informazione. Lo era quando è stata fondata e lo è ancora oggi. È ciò che le persone fanno con queste informazioni che mi meraviglia e mi ispira ogni giorno.