Google licenza 4 dipendenti, condividevano dati

Google ha licenziato quattro dipendenti, accusandoli di aver violato le politiche relative alla sicurezza dei dati interni.
Google licenza 4 dipendenti, condividevano dati
Google ha licenziato quattro dipendenti, accusandoli di aver violato le politiche relative alla sicurezza dei dati interni.

Google ha licenziato quattro dipendenti con l’accusa di aver fatto trapelare dati sensibili della società. A confermarlo è stata Rebecca Rivers, che rientra tra coloro che sono stati cacciati dall’azienda.

Secondo quanto riportato da Bloomberg, il team Security and Investigations della società ha affermato che i quattro avrebbero commesso “violazioni chiare e ripetute” della policy della sicurezza dei dati e che durante il proprio orario di lavoro non si sarebbero limitati a dare un’occhiata a file e calendari, conducendo “ricerche sistematiche” nei materiali dei dipendenti. Ad aggravare la situazione è che tutto ciò sarebbe stato condiviso anche fuori l’ambiente lavorativo, nonostante gli avvertimenti.

Ciò ha portato il resto del personale a sentirsi insicuro e non protetto sul posto di lavoro, perché, secondo quanto riferito, degli screenshot dei calendari e altri dettagli (come persino gli appuntamenti medici), sarebbero stati condivisi con persone esterne a Google. Qualunque cosa sia successa, è improbabile che i licenziamenti allentino le alte tensioni tra Google e i suoi dipendenti. I manifestanti del 23 novembre presso il campus di San Francisco hanno accusato la compagnia di usare le presunte violazioni della sicurezza dei dati come pretesto per reprimere l’organizzazione dei lavoratori e sospenderli a tempo indeterminato. Infatti, pare che i dipendenti licenziati fossero in qualche modo collegati alle proteste.

Sebbene non sia chiaro se i manifestanti fossero a conoscenza dell’entità delle accuse durante la protesta, ciò probabilmente non mitigherà le loro preoccupazioni sul fatto che Google stia prendendo provvedimenti contro i dipendenti che esprimono il proprio dissenso nei confronti delle sue politiche. Al momento né la Rivers, né la società hanno voluto commentare la vicenda, ma non è da escludere che il colosso della ricerca renda chiara la propria posizione nei prossimi giorni.

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