Nelle ore in cui Yahoo annuncia un ampio rinnovamento del proprio servizio di viaggi con cartine e raffronti su hotel e trasporti, Google comunica ai mercati finanziari il fatto che la propria direttiva preferita è quella verso l’oriente: la Cina sarà infatti la prossima cassaforte del motore di ricerca, con larghi proventi previsti già nel breve periodo ed una larga offerta di impiego pronosticata nel tempo (oltre 1000 ingegneri in loco).
Google intende dunque spiegare ai mercati che l’aver chinato il capo al cospetto della censura è un atto dovuto e vocato alla ricerca della realizzazione monetaria: Google è oggi il motore più importante oltre la muraglia assieme all’autoctono Baidu e le dichiarazioni di Eric Schmidt insistono nell’esplicare come grazie alla posizione acquisita il gruppo potrà apportare alle proprie entrate un nuovo importante flusso in grado di rinfocolare l’aumento sempre più rallentato registrato sul mercato occidentale (una risposta diretta a quanti da Wall Street chiedevano buone nuove circa il futuro del pacchetto azionario).
Google avrà un Cina un nuovo brand vocalmente identificabile in “Gu Ge” ed il forte aumento della popolazione connessa alla rete rappresenta la miglior garanzia agli investimenti effettuati nel paese. Nel frattempo le voci sulle innovazioni introdotte dal motore sono un continuo fermento fatto di molti rumor e poche conferme. Nuovi screenshot sarebbero apparsi in merito al presunto Google Calendar ed inoltre il brevetto 7,027,987 (appena conquistato e registrato) lascerebbe emergere l’intenzione di dar luogo ad una inferfaccia vocale con cui interagire tramite la voce umana («a system provides search results from a voice search query»).