Il nuovo Rapporto sulla Trasparenza pubblicato da Google mette in luce la costante lotta alla pirateria portata avanti dal motore di ricerca. Il metodo è ormai ben noto: i detentori del copyright individuano URL che ritengono essere in violazione dei propri diritti, ad esempio quelli contenenti link per il download di materiale protetto, li segnalano a bigG e l’azienda californiana provvede a rimuoverli dalle SERP (pagine dei risultati) se la richiesta è fondata.
Fino ad oggi sono state inoltrate richieste di takedown per oltre un milione di siti Web, mentre gli URL rimossi si attestano a quota 2,13 miliardi. Il Rapporto svela anche alcune curiosità, come il fatto che al gruppo di Mountain View giungano segnalazioni relative a siti istituzionali e che non hanno nulla a che vedere con i pirati che solcano il mare della grande Rete: negli Stati Uniti, ad esempio, se ne registrano diverse che puntano il dito verso il portale dell’U.S Department of Justice, ma non solo, anche NASA, Netflix, BBC, IMDB e The New York Times sono regolarmente presi di mira.
Google riceve regolarmente richieste di rimozione di contenuti che potrebbero violare il copyright altrui. In questo rapporto vengono forniti dati relativi alle richieste di rimozione di risultati di ricerca che rimandano al materiale in questione. Il nostro obiettivo è far capire a tutti l’effetto del copyright sui contenuti disponibili, garantendo trasparenza.
Google fornisce anche alcuni esempi utili per capire su quali criteri basa la propria decisione, ovvero se effettuare o meno la deindicizzazione dell’URL. Questo è un caso di richiesta respinta, poiché ritenuta infondata.
Un’azienda responsabile dell’applicazione delle leggi antipirateria che rappresenta una casa discografica ha inviato un reclamo per violazione del copyright per chiederci di rimuovere decine di home page nel cui titolo era presente la parola “coffee”. Gli URL specificati non riguardavano in alcun modo l’opera protetta da copyright identificata.
In quest’altra situazione, invece, bigG ha accolto la richiesta ed effettuato la cancellazione dell’URL dalle proprie SERP.
Il membro di una band indie pop ha inviato un reclamo per violazione del copyright per far rimuovere un URL di Vimeo, perché nella pagina era presente un video musicale non autorizzato di un brano della band. Il soggetto non è riuscito a contattare Vimeo e l’utente che ha caricato il video.