A partire dallo scorso anno il virus Zika ha iniziato la sua diffusione dall’America Latina per poi arrivare a contagiare il resto del mondo, Europa compresa. Google è tra le realtà impegnate nella lotta all’epidemia, con la messa in campo di iniziative basate sulle proprie infrastrutture e sulle proprie tecnologie.
Una di queste prevede l’espansione dei risultati mostrati in seguito ad una ricerca relativa al tema con l’inclusione di informazioni utili per riconoscere i sintomi della malattia e con avvisi di allerta pubblica. Ancora, da tempo bigG mostra sia su desktop che su dispositivi mobile schede dettagliate con la descrizione e con schemi grafici che spiegano oltre 900 patologie, comprese quelle indotte da Zika. Google ha scelto inoltre di sfruttare YouTube come canale per responsabilizzare gli utenti, collaborando con alcuni celebri creatori di contenuti come Sesame Street per diffondere video in cui si promuove la prevenzione e si accresce la consapevolezza dei pericoli.
Ancora più ambizioso il progetto che mira alla creazione di una piattaforma aperta attraverso la quale analizzare i rischi legati alla trasmissione del virus nelle diverse regioni, così da fornire ai governi e alle organizzazioni gli strumenti necessari per spendere al meglio il loro tempo e le loro risorse. Il sistema si basa sull’analisi di fattori come le condizioni meteo di una determinata zona e gli spostamenti dei viaggiatori.
Di seguito, invece, è possibile vedere una mappa che mostra l’espansione del virus a livello mondiale, partendo dall’ottobre dello scorso anno e fino ad oggi.
Oltre a questo, il gruppo di Mountain View ha donato un milione di dollari all’UNICEF per sostenere l’organizzazione nella sua lotta all’epidemia attraverso programmi di informazione, mediante la disinfestazione degli ambienti che ospitano la zanzara responsabile del contagio, per la diagnosi e per lo sviluppo di un vaccino efficace. Infine, Google sostiene tra i propri dipendenti una campagna di donazioni con l’obiettivo di raccogliere altri 500.000 dollari da destinare all’UNICEF e alla Pan American Health Organization.