Orkut, Buzz, G+: i social network sono sempre stati un grattacapo per Google, con il gruppo di Mountain View mai realmente capace di competere con giganti del calibro di Facebook o Twitter, almeno dal punto di vista dei numeri. Ecco perché il rumor di un tentativo per portare a termine l’acquisizione di una realtà come Snap sembra in linea con i piani di espansione di bigG.
L’operazione sarebbe stata messa in campo due volte, sempre con esito negativo. La prima nel 2013, agli albori del successo di Snapchat, con una cifra pari a 4 miliardi di dollari messa sul piatto da Google per superare i 3 miliardi proposti da Mark Zuckerberg. La seconda, invece, all’inizio del 2016, prima dell’IPO: in quel caso con un investimento ben maggiore, quantificato in 30 miliardi di dollari. In entrambi i casi il rifiuto da parte di Evan Spiegel, CEO della società. Voci di corridoio non escludono comunque che tra le due aziende possa essere siglata una qualche sorta di collaborazione.
Una partnership consentirebbe a Google di rafforzare la propria posizione nel territorio social e, al tempo stesso, a Snap di monetizzare con maggiore efficacia la propria attività, contando sull’esperienza e sulle competenze di bigG per tutto ciò che riguarda l’advertising. Lo stesso Spegel è da anni vicino a Eric Schmidt (presidente esecutivo della parent company Alphabet), suo consigliere fin dall’inizio dell’avventura imprenditoriale.
La quotazione del titolo Snap sul mercato azionario è stata interessata nell’ultimo periodo da un andamento negativo: si è passati dai 27,09 dollari per azione di inizio marzo ai 12,01 dollari di ieri. La comparsa in Rete dell’indiscrezione relativa a una possibile acquisizione da parte di Google o quantomeno di una collaborazione con il motore di ricerca ha innescato un trend positivo, riportando il titolo a 12,93 dollari. Segnali che fanno comprendere come gli investitori vedano di buon occhio una prospettiva di questo tipo.