L’accordo tra Google e Motorola che fino ad una settimana fa sembrava cosa fatta, scatenando anche diverse reazioni da parte della diretta concorrenza, rischia di subire una brusca frenata per due motivi: prima di tutto il consueto controllo dell’antitrust, ma non è da sottovalutare nemmeno l’intromissione di Microsoft, che ha già fatto causa a Motorola per la presunta violazione di sette brevetti di proprietà del colosso di Redmond.
L’azienda di Windows ha citato infatti in tribunale Motorola per la violazione di proprietà intellettuali relative in particolare alle funzioni di sincronizzazione del calendario, contatti e notifiche di sistema.
Se Microsoft dovesse uscirne vincitrice, ed ha già un’esperienza positiva in questo campo con HTC che aveva utilizzato brevetti di proprietà Redmond su smartphone Android, Motorola sarebbe costretta a rinunciare alla commercializzazione di ben sette smartphone sul territorio statunitense, a meno che non si trovi un accordo economico inevitabilmente parecchio oneroso.
Questo complicherebbe non poco l’operazione con Google, al momento quantificata in 12,5 miliardi di dollari. In caso, il colosso di Mountain View, poggiandosi sui quasi 12.500 brevetti di proprietà Motorola, potrebbe prepararsi ad una vasta battaglia legale su tutto il territorio mondiale.