Google, Mozilla e Opera ancora non concordano con la politica portata avanti da Microsoft e dalla Commissione Europea per garantire la piena concorrenzialità nel mercato dei browser. Quando il Ballot Screen sembrava ormai essere destinato ad una approvazione definitiva, infatti, i tre gruppi hanno preannunciato un appello estremo per chiedere alla Commissione di non accettare la formulazione definitiva. Dopo anni di battaglie per ottenere il Ballot Screen, insomma, i gruppi dalla parte dell’accusa ritengono che la misura non sia stata formulata in modo adeguato e chiedono che la soluzione venga rivista.
«Speriamo che la commissione sia aperta a risolvere i problemi. Pensiamo sia molto importante che questo rimedio funzioni. una opportunità unica per garantire che il mercato dei browser funzioni. Non penso avremo altre chance»: così Hakon Wium Lie, Chief Technology Officer Opera, al New York Times. Le dichiarazioni intendono mettere Neelie Kroes con le spalle al muro: il Commissario Europeo per la concorrenza, infatti, viene messo di fronte alle sue responsabilità e per contro si suggerisce l’idea per cui si intenda giungere ad un risultato definitivo in fretta e furia per motivi di curriculum. La Kroes, infatti, sta per terminare il proprio mandato e vorrebbe probabilmente assicurarsi di portare a segno il grande colpo prima che la poltrona sia occupata da qualcun’altro. Anche questa, però, diventa un’arma di trattativa: il risultato a tutti i costi, o il perseguimento di una giusta soluzione per una vicenda senza fine?
Entro i prossimi giorni i tre gruppi manderanno alla Kroes le proprie rispettive osservazioni. Tra le contestazioni principali si indicano:
- la necessità di un Ballot Screen anonimo, senza il logo Microsoft, senza la grafica Microsoft e senza indicazioni che possano suggerire un click su Internet Explorer;
- la necessità di far comparire in ordine casuale i browser, senza ordine alfabetico così come previsto. Secondo i tre gruppi, infatti, oggi l’utente sceglierebbe IE (per abitudine) o Safari (per priorità nell’elenco) senza considerare nella maggior parte dei casi le soluzioni alternative presenti sull’interfaccia.
Poche settimane or sono alcuni commenti provenienti a titolo privato da alcuni membri del team Mozilla bocciavano il Ballot Screen in toto, come soluzione inutile ai fini di un corretto riequilibrio del mercato: «Un Ballot Screen semplicemente non è un buon modo per creare maggior possibilità di scelta sul Web. Mentre offre letteralmente maggior scelta, un ballottaggio non rende gli utenti più informati. Un utente semplicemente non può scegliere quale utente sia meglio per lui basandosi su di un logo ed un paio di indicazioni. La comparazione diretta degli oggetti facilmente comparabili funziona con tratti quali prezzo o taglia […]. Ma il browsing è solo questo: una esperienza. Nessuno può valutare un’esperienza che non hai mai avuto».
Le lettere che vengono ora inviate alla Commissione Europea non fanno che ufficializzare un’opinione che la stessa utenza faticherà a comprendere: il Ballot Screen, la soluzione richiesta per sconfiggere il monopolio di Internet Explorer, viene bocciato e si chiede in extremis di rivederlo. Neelie Kroes ha poche soluzioni innanzi: ripartire da capo, chiedere a Microsoft di rivedere ancora una volta la propria proposta, oppure giungere ad una conclusione approvando la soluzione attuale. Nei primi due casi i tempi sono lunghi e l’esito incerto. Nell’ultimo caso la Kroes mette in cassa il risultato nella consapevolezza di aver già cambiato radicalmente la situazione precedente. Microsoft, al momento, non commenta. La Kroes darà la propria ultima parola ad osservazioni ricevute.